risposta a:
"Quanti riservisti nelle assunzioni in ruolo".
Lettera firmata, 1/8/2007.
Leggo ora, con
dispiacere e disappunto, la
lettera pubblicata
nel sito
gildavenezia.it
della lettrice, definita gentile, che si lamenta dello scoppio di una
pandemia di invalidi.
Chi scrive è una "povera" precaria, per giunta non sana, che
desidererebbe dare risposta alla tanto infervorata lettera della
povera e onesta insegnante precaria per sua fortuna sana.
La gentile lettrice si premura di ricordare al Dott. Brancatisano e ai
frequentatori del sito, ciò che a seguito riporto (le sue parole) “i
riservistisi erano esauriti nelle graduatorie perchè tutti avevano
ottenuto quel che volevano…”;
strampalata affermazione ! .. questo dato a me non torna proprio.
Rendo noto alla gentile signora che io sono invalida civile
da ben 14 anni,
regolarmente iscritta nelle liste speciali, legge 68/1999, della
direzione regionale del lavoro e nell’elenco dei riservisti del CSA
della mia Provincia.
In 14 anni di lavoro precario nella scuola relativamente alla riserva
di posti, che tanto preoccupa e scandalizza la gentile signora, non mi
è mai, dico mai stato riconosciuto alcun diritto o agevolazione per
ciò che concerne il conferimento delle nomine a tempo indeterminato o
determinato.
Al contrario della fantasmagoriche immaginazioni che trapelano dalla
lettera della gentile signora a me purtroppo risulta che la legge
68/1999 non sia poi così di facile applicazione nel mondo del
precariato della scuola.
In questi ultimi 16 anni ho lavorato onestamente, alle stesse
condizioni dei “precari sani”, per conquistarmi un sudato posto in
graduatoria; pur trovandomi in buona posizione nella stessa devo
constatare che vengo preceduta in graduatoria da persone che hanno
continuato a lavorare forse e anche in virtù del fatto che io non
potevo farlo negli anni in cui “occupata” in diversi ricoveri
ospedalieri ho dovuto rinunciare alla nomina.
Ammesso che la gentile signora possa comprendere che, pur con tutte le
10 dita, ogni giorno affronto serie e gravi difficoltà sia nel lavoro
che nella vita, le voglio chiedere: se in questa turnata di assunzioni
a T.I. io ravvedessi l’opportunità di poter finalmente godere di un
diritto (per 14 anni negato), non dovrei forse “approfittarne” ?, cosa
farebbe lei, oltre a fantasticare di tagliarsi un dito o magari
delinquere, se si trovasse al mio posto?
Lei persona onesta si sentirebbe fregata da chi dalla vita ha avuto
sventure talmente gravi che lei, da come si esprime, penso non sia
minimamente in grado di immaginare!
Le rendo inoltre noto che per esperienza diretta nella mia provincia
(la gentile signora da dove scrive ?) non è così semplice riuscire a
farsi riconoscere uno stato di invalidità, la procedura è molto lunga
e per certi versi anche umiliante (per me lo è stato e le assicuro che
non c’erano dubbi da discutere sul mio stato presente e futuro)
Al momento posso solo dire di avere due fortune:
1) risulto regolarmente
disoccupata all’atto della prima inclusione in graduatoria permanente
(“che fortuna” ero in ospedale);
2) non ho né la scoliosi
né l’otite (magari si trattasse di questo) la grave patologia che da
anni mi affligge non è visibile, non faccio parte di un popolo di neo
“sciancati”, non ho mai permesso che la malattia mi imbruttisse e
nella società mi presento bella come il sole …. questo può forse
arrecare dispiacere alla gentile signora e a tutti quelli che
pretenderebbero di riconoscere a vista un disabile magari perché senza
gambe, braccia, brutto sporco e cattivo?
Sarei grata se volesse,
per par condicio, pubblicare anche il mio sfogo. Sono certa che tanti
come me si faranno avanti per difendersi da chi generalizza e dimostra
vergognosa insensiblità.
Dstinti saluti da una precaria storica
Lettera
Firmata
(Ps per la mia privacy preferirei non pubblicaste il mio nome...)