Sospesa dal servizio una insegnante di Firenze
che aveva detto di non disegnare Gesù.
dal
prof. Bartolo Danzi - Segretario Provinciale e Regionale Unams-scuola
(Federazione nazionale Gilda UNAMS ) per la
Puglia del 17/12/2006
Una insegnante di Firenze è stata
sospesa
temporaneamente dal servizio dal Direttore Generale dell’UFFICIO
SCOLASTICO REGIONALE PER LA TOSCANA per aver detto ad un alunno di
quarta elementare di non disegnare Gesù, nell’ambito di una attività
didattica in classe per la realizzazione di piccoli disegni tipo
“stelline o abeti”.
La richiesta della docente ha “preoccupato” i genitori dell’alunno
che, dopo essersi recati a scuola e non aver ritenuto le
giustificazioni dell’insegnante soddisfacenti, hanno scritto ai
giornali, definendo il comportamento della maestra “limitativo della
libertà di espressione e religiosa”.
Da ciò il provvedimento fulmineo di sospensione cautelare della
docente emesso dal Direttore generale dopo l’invio di ben due
ispettori scolastici a scuola. Un provvedimento, ha spiegato appunto
Angotti (Direttore generale USR Toscana), adottato non perché ci sia
stata una discriminazione o per connotazioni religiose, ma per il
contrasto del comportamento della maestra con la funzione docente e
con la finalità educativa della scuola, avendo limitato la creatività
espressiva dell'alunno.
Insomma, viva l’esagerazione di un banale equivoco tramutatosi in una
situazione molto spiacevole per l’insegnante, messa sotto accusa ed
addirittura sospesa dal sevizio ingiustamente per aver osato di
ricordare all’alunno che il soggetto per il lavoretto di Natale
assegnato erano stelline o abeti e non Gesù bambino, per vero molto
più facili da realizzare da un alunno di IV elementare.
Quale sarebbe, dunque, il comportamento limitativo della creatività
dell’alunno in contrasto con la funzione docente e la finalità
educativa? Ciò sarebbe vero ove solo gli alunni fossero legittimati a
fare a scuola tutto ciò che vogliono, anche di diverso rispetto ai
compiti assegnati dai propri insegnanti.
Niente regole, decidono alunni e genitori per non incorrere nel
comportamento “limitativo” della creatività espressiva dell’alunno e
soprattutto per non rischiare di perdere oltre alla testa, il posto.
Come dovrebbe essere noto, non può essere “imposta” da chicchesia una
data azione, modalità o strategia didattica educativa
nell’insegnamento del docente, poiché la c.d. libertà di insegnamento
costituisce un valore fondamentale del nostro ordinamento, tutelato a
livello costituzionale (art. 33, comma 1 , Cost.), nonché a livello di
legge ordinaria (art. 1 T.U. D.lgs 297/94) e di norme pattizie (art.
26 comma II , CCNL scuola 2003). Al riconoscimento di tale libertà
corrisponde l’attribuzione di un diritto soggettivo al singolo
docente, il quale, in piena autonomia e senza condizionamenti, proprio
perché libero, deve poter decidere - entro i limiti fissati dalla
legge – sia le modalità tecnico-didattiche del proprio insegnamento,
sia i valori formativi che intende trasmettere ai propri allievi.
Ed è proprio di tale libertà che l’insegnante si è avvalsa richiedendo
all’alunno di disegnare secondo il soggetto assegnato limitandosi agli
abeti o alle stelline.
Tutto il resto è pura fantasia. Non resta ora che sperare nel recupero
psicologico e morale da parte della povera insegnante per avere il
coraggio di continuare ad insegnare in un mondo scolastico divenuto
più pericoloso della Giungla.