E l'integrazione scolastica ne uscì a pezzi! Un ricco e documentato dossier che dimostra come - soprattutto in questi ultimi anni del Governo Berlusconi - sia stato messo in discussione l'intero impianto del processo di integrazione scolastica. Tanto che ad oggi lo Stato prevede di stanziare per ogni alunno disabile circa 6,30 euro al mese . . . a cura del Coordinamento Genitori Tutti a Scuola*, da Superando 9/4/2006
La comprensione di
quanto è accaduto e probabilmente accadrà nella scuola italiana per i
bambini
disabili
non può
prescindere da un'attenta valutazione dei “numeri” della scuola.
SCUOLA ITALIANA 2004/2005
- popolazione
scolastica complessiva
8.883.844 Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR)
SCUOLA ITALIANA 2004/2005
- alunni scuole
statali
7.775.418 Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR)
Anno
Scolastico
Alunni disabili Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR)
Tale numero si presta ad alcune considerazioni, la prima delle quali riguardante la bontà dell’impianto legislativo complessivo italiano. Tale sistema ha consentito infatti alle famiglie dei bambini disabili di immaginare per i figli un'idea di scuola inclusiva, di legami e di relazioni. Questo impianto giuridico va peraltro decisamente riformato alla luce della nuova condizione demografica e va consolidato con scelte radicalmente opposte rispetto a quelle adoperate negli anni trascorsi del Governo Berlusconi. Un processo di integrazione è innanzitutto il risultato di una serie di interventi che, coordinati tra di loro, rendono il tempo scuola del bambino disabile accettabile nei requisiti fondamentali. La scuola si costruisce in classi adeguate, con insegnanti di alta professionalità e con risorse sufficienti a realizzare interventi che nel caso dei bambini disabili devono essere ad personam.
Purtroppo in Italia gli
ultimi anni hanno visto il moltiplicarsi di leggi che nulla hanno in
comune con i reali problemi dei cittadini. Nel corso di quest’anno scolastico, solo a Napoli, le ordinanze favorevoli ai bambini disabili sono state a tutt’oggi circa sessanta. Nella tabella che segue sono stati scorporati i dati relativi ai diversi cicli scolastici sull’intero territorio nazionale. La prima osservazione riguarda la crescita degli alunni disabili in tutti i cicli, con aumenti percentuali sensibili soprattutto nelle scuole superiori.
Anno scolastico 2001/2002
Anno scolastico 2002/2003
Anno scolastico 2003/2004
Anno scolastico 2004/2005 Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR)
Tale fenomeno ha prodotto, unitamente alle riduzioni progressive degli organici di diritto che il ministro Moratti ha ostinatamente perseguito, un sensibile scadimento della qualità del tempo scuola per i bambini disabili.
Le due tabelle seguenti
vanno quindi lette in rapida successione e confrontate, ad evidenziare
la composizione degli organici di sostegno nell'anno scolastico
2004/2005:
Anno scolastico 2002/2003
Anno scolastico 2003/2004
Anno scolastico 2004/2005
Fonte: Ministero
Istruzione, Università e Ricerca (MIUR)
Anno scolastico 2004/2005 Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR)
Infatti, su una popolazione di 78.622 insegnanti di sostegno, ben 38.464 vengono “reclutati” ogni anno dal Ministero; questo significa che quasi il 50% degli insegnanti di sostegno non ha un rapporto continuato con i bambini, inizia a lavorare almeno dopo un mese dall’inizio dell’anno scolastico e non ha alcuna garanzia che il lavoro intrapreso con i bambini stessi possa almeno riguardare un ciclo scolastico. A questo bisogna aggiungere che - secondo i dati del MIUR del 2003 - dopo cinque anni la permanenza degli insegnanti di sostegno precari si riduce circa del 70% ad ulteriore conferma di un circuito perverso in cui si lavora con i disabili senza preparazione e con l’unico obiettivo di accedere alle graduatorie comuni. Tutto questo avviene contravvenendo l’impianto della Legge 104/1992 che dettaglia le necessità, in sintonia con le varie componenti della scuola, di programmare per il bambino disabile un attento piano educativo individualizzato. Quindi, all’assoluto e anacronistico Decreto Ministeriale 331/1998 che istituisce, come già detto, un numero di posti inadeguati, il Governo Berlusconi ha agito in questi anni riducendo i posti in organico di diritto che sono passati dai 49.934 del 2000-2001 agli attuali 41.506, con un saldo negativo impressionante (-17%). Al contrario, l’organico in deroga, dall’anno scolastico 2000-2001, è continuamente aumentato passando dalle 10.786 alle 38.464 unità. Appare perciò evidente a chiunque che la scelta dell’attuale Governo è stata quella di affrontare l’aumento degli alunni disabili con l’aumento degli insegnanti precari.
Questa “sensibilità” nei confronti degli alunni disabili fa da contorno ad alcune indicazioni che il ministro Moratti aveva dettato nella legislatura corrente: su tutte spicca la revisione dei criteri per la certificazione dell’alunno portatore di handicap (correlato al comma 7 dell’articolo 35 della Legge 289/2002). Questa inquietante revisione dei criteri che si è perduta nei corridoi di Montecitorio prevedeva, con un trucco da illusionista, la riduzione degli alunni disabili attraverso la certificazione delle loro malattie che sarebbe avvenuta ad opera di un collegio formato da un medico generico (!), un dirigente dell’amministrazione scolastica (!!) e un fantomatico esperto della riabilitazione (!!!). Su questo punto, il Coordinamento Genitori Tutti a Scuola sente la necessità di riaffermare con indiscutibile chiarezza che la diagnosi di disabilità spetta solo ed esclusivamente al neuropsichiatra infantile e che ogni altro percorso diagnostico verrebbe considerato negativamente. Un aspetto particolarmente negativo riguarda altresì la specializzazione degli insegnanti di sostegno: va sottolineato che sono in possesso dei requisiti di specializzazione circa il 60% degli insegnanti. Ciò significa che all'impossibilità di garantire ai bambini disabili una continuità didattica, la scuola aggiunge anche la mancanza di un'adeguata formazione professionale dei suoi operatori. Quanto il ministro Moratti sia stata sensibile a questi argomenti, lo evidenzieremo dai dati successivi. Ci sembra però necessario sottolineare che, ancor prima dell’analisi dei dati finanziari, ci sono delle osservazioni che riguardano il tempo scuola dei bambini disabili in rapporto alla Legge 53/2003 ("Riforma Moratti"). L’individuazione, ad esempio, nella scuola elementare della funzione tutoriale, associata alla riduzione delle ore di compresenza per gli insegnanti del cosiddetto "modulo" presenti nell’impianto della scuola precedente, ha reso ancor più difficile la presenza del bambino disabile in classe. Se a questo si associa la riduzione del numero di classi, come dalla tabella che segue, a fronte di un incremento complessivo di alunni in questi quattro anni di circa 70.000 unità (da 7.607.977 a 7.675.693), si comprende come sia sempre più frequente che due o più bambini disabili siano presenti nella stessa classe.
- 2001/2002:
40.949 Numero classi scuola elementare:
- 2001/2002:
139.170 Numero classi scuole medie:
- 2001/2002:
81.652 Numero classi scuole superiori:
- 2001/2002:
112.569 Totale:
- 2001/2002:
347.340 Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR)
Quali risorse
finanziarie per i bambini disabili nella scuola?
- POF (Piano
dell'offerta formativa scuole statali) Fonte: Legambiente Scuola 2005. Dalla lettura di questi dati si evince la forte contrazione del finanziamento per la scuola pubblica: il totale, infatti, si contrae costantemente dal 2001 al 2004 del 21,30%. Se si osserva poi in dettaglio la destinazione di questi fondi, appare in modo inequivocabile una precisa scelta tendente alla riduzione dell’autonomia delle scuole (Legge 440/1997), a favore di un fortissimo aumento della quota di spesa spettante all’Amministrazione Centrale. E questo è un aspetto assolutamente inopportuno, se si considera che l’aumento di spesa di quest’ultima (pari negli ultimi anni al 120% complessivo circa) è stato destinato esclusivamente alla pubblicazione di opuscoli pubblicitari della Legge Delega. In questo contesto di riduzione generalizzata delle risorse alla scuola pubblica, il Governo Berlusconi sceglie di introdurre con la Legge Finanziaria 2003 (Legge 289/2002) un bonus per le iscrizioni alle scuole private che viene quasi raddoppiato nel corso del 2005 (G.U. 5/8/2005) da 30 a 50 milioni di euro. L’aspetto più grave di tale provvedimento riguarda il fatto che il riconoscimento del bonus avviene a prescindere dal reddito dei genitori, un aspetto, quest’ultimo, che contrasta nettamente con la Legge 62/2000 (articolo 11), quando si definiscono questi interventi come prioritariamente a favore delle famiglie svantaggiate. In soldoni l’esenzione varia da 353 euro per un figlio iscritto alle elementari fino a 564 euro per uno iscritto alle superiori. La tabella successiva evidenzia in modo esplicito la “sensibilità” che il Ministero ha riposto nei riguardi degli alunni con disabilità. Più di tante parole può l’aridità delle cifre testimoniare quanto detto: l’handicap continua a perdere progressivamente risorse economiche.
Finanziamenti per handicap scuole statali* Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR). * Vanno aggiunti 300.000 euro trattenuti dall’Amministrazione Centrale e 550.000 destinati alla formazione. Tenendo conto quindi della scomparsa (da tre anni) del finanziamento per i sussidi didattici e tecnologici e di quello per i GLIP (Gruppi di Lavoro interistituzionale Provinciali), sono stati ulteriormente ridotti anche i fondi erogati per l’applicazione della Legge 440/1997 sull’arricchimento dell’offerta formativa (-22,40% in tre anni). Complessivamente, quindi, i finanziamenti persi ammontano al 46,05%. Tenendo conto anche del progressivo aumento degli alunni disabili, l’investimento pro capite si riduce sempre più: da 127,50 euro per l’alunno dell’Esercizio Finanziario 2001 a 58,12 nel 2004 (-45,60 %). Questi numeri dimostrano che per ogni alunno disabile lo Stato prevede di stanziare per “migliorare” il suo tempo scolastico, per favorirne l’integrazione e per assicurargli una migliore qualità di vita circa 6,30 euro al mese. Ogni commento è superfluo...
E il prossimo anno
scolastico... 1) Riduzione del 40% nel capitolo di spesa relativo al funzionamento amministrativo e didattico delle istituzioni scolastiche (da 17 a 10 milioni di euro circa). 2) Tagli alle supplenze brevi (inferiori a sei ore alla settimana) che vedono passare il fondo loro destinato da 766 a 565 milioni di euro. 3) Tagli alle supplenze a tempo determinato. Per queste si passa dai 3 miliardi di euro stanziati nel 2005 ai 2.358 milioni stanziati nel 2006 (riduzione del 21%). Avendo già evidenziato che queste ultime riguardano quasi il 50% degli insegnanti di sostegno, ritorna la domanda angosciante sul futuro dell’integrazione scolastica.
Conclusioni e obiettivi Il Coordinamento Genitori Tutti a Scuola ritiene che sia messo quindi in discussione - e dopo la presentazione di questi dati non crediamo di trovare smentite - l’intero impianto del processo di integrazione scolastica. La riduzione del numero di classi, l’aumento del numero di bambini disabili all’interno di una stessa classe, l'inesorabile riduzione degli insegnanti di sostegno di diritto (unici a poter garantire continuità didattica), l’aumento degli insegnanti precari e non specializzati sono la premessa, congiuntamente ai tagli alle risorse finanziarie, per "ingabbiare" i bambini disabili all’interno della classe. A fianco di queste decisioni pende, come già detto, la minaccia di revisione dei criteri di diagnosi di disabilità (il dubbio fondato è che ritenendo la scuola dell’integrazione un costo inaccettabile, il governo in carica abbia in animo di “eliminare” i disabili per legge!). Il nostro Coordinamento rimane però convinto che la disabilità non debba rappresentare un problema, un peso, di cui si debba fare carico una forza politica, ma piuttosto una risorsa di cui l’intera comunità civile dovrebbe assumere la responsabilità. Detto questo, tre appaiono gli obiettivi fondamentali da perseguire: 1) abrogare il Decreto Ministeriale 331/1998 che stabilisce gli organici di sostegno; 2) garantire una specializzazione e una formazione permanente agli insegnanti di sostegno; 3) garantire un rapporto insegnante specializzato/bambino 1:1 e comunque subordinato ad una dettagliata diagnosi del neuropsichiatra.
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Estratto del dossier presentato il 16 marzo 2006 dal Coordinamento
Genitori Tutti a Scuola all'assessore regionale all'Istruzione della
Campania. Tutti coloro che siano interessati a leggere integralmente il presente dossier (titolo: Verso le classi differenziali: la scuola italiana e l'integrazione scolastica negli anni del Governo Berlusconi), completo di altri grafici e di alcuni dati relativi alla Regione Campania, può farlo cliccando qui. Per quanto riguarda i dati delle tabelle, qui riproposti in sintesi, essi sono integralmente riportati nel sito del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Il Comitato Genitori Tutti a Scuola ha sede a Napoli. info@tuttiascuola.org - www.tuttiascuola.org
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