dalla Luna

 

Riforme scolastiche,
ovvero chi non s’impegna e chi deve stare piu’ attento...

Astolfo sulla Luna,  18.6.2010

 

Leggiamo, in una nota su Panorama del 15 giugno, che “molti, moltissimi nella scuola mugugnano . . . ma alla fine gli studenti s’impegnano di più e i professori stanno più attenti”. Si intuisce poco sotto che “le riforme di Mariastella Gelmini”, a cui il notista fa genericamente riferimento sono in realtà dei suoi predecessori, in quanto l’obbligo di recuperare i debiti scolastici pena la non ammissione agli esami di Stato (che il nostro cronista continua a chiamare “maturità”) era stato introdotto da Fioroni, e solo rivisitato dall’attuale titolare del dicastero trasteverino. Tanto basta a quel recordman della seconda serata che è l’estensore della nota, per strologare su “una riforma più difficile di quella del fisco”, confondendo – se ben abbiamo capito il suo argomentare – la presunta maggior severità nelle valutazioni con l’oggetto dichiarato della “riforma Gelmini”, che dovrebbe riguardare quali cose insegnare e come insegnarle.

Rebus sic stantibus ed essendo chiaro, anche se non esplicitato dal giornalista, che per lui il vero obiettivo della scuola è quello di selezionare i capaci e meritevoli mandandoli all’università, se ne deduce che ogni provvedimento nei confronti della prima va letto in senso strumentale alla seconda, la quale a metà giugno (cioè il giorno di pubblicazione della nota) sarebbe stata investita, secondo il sempre informatissimo conduttore/scrittore/ opinionista, da “la madre di tutte le riforme”. Ora, la reprimenda nei confronti degli atenei italiani da parte del nostro intellettuale sfonda la classica porta aperta, dal momento che tutti si rendono conto dello sfascio crescente in cui versa il nostro sistema universitario, paragonabile al marciume ormai dilagante nella società civile.

Tuttavia cogliamo nuovamente in fallo lo stringente ragionamento, quando viene presa come esempio la Merkel, dato che onestamente si ammette che la riduzione della spesa sociale attuata dal governo tedesco, “ha risparmiato scuola e ricerca”. Già, anche la scuola tedesca viene rifinanziata, caro il nostro Vespa, così come non è stato fatto dal duo Gelmini-Tremonti in Italia, dove si sta riducendo il livello qualitativo e quantitativo del servizio scolastico in particolare nei settori dell’istruzione tecnica e professionale; possiamo allora immaginare la soddisfazione sia degli insegnanti che degli utenti della scuola, specialmente poveri, i quali – frequentando notoriamente i licei - vedranno di sicuro riavvicinarsi le lame della forbice con i ricchi.
 


18 giugno ’10

 

Astolfo sulla Luna
 


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