BLACKOUT La posta elettronica di istruzione.it è fuori servizio siamo al ridicolo GildaVeneziaNews, 28.10.2013 Il Miur e le Nuove tecnologie proprio non vanno d'accordo. Dalla mattina del 27 ottobre a quella del 28 le caselle di posta elettronica istituzionali targate "istruzione.it" sono andate in tilt: è stato impossibile accedere sia alla casella di posta elettronica sia ad istanze on-line. Ovviamente anche la posta che proviene dall'account del Miur è risultata bloccata. Anche noi abbiamo tentato l’accesso senza alcun risultato.
L'unica soluzione rimasta è quella di segnalare il
malfunzionamento compilando il form al link
https://www.trampi.istruzione.it/peassistenza/pelrichiestasupporto?tu=3.
Tuttavia non possiamo tacere sul fatto che si tratta dell'ennesimo
flop del Miur in materia. Basta elencare solo alcuni dei più recenti
episodi: i continui blocchi del sistema SIDI (che hanno comportato
tra l'altro differimenti nel pagamento degli stipendi), la
macchinosità dei programmi di istanze on line che a volte sfiorano
il ridicolo, i ritardi di Polis (tutti ricordano i problemi che le
famiglie hanno incontrato lo scorso a.s. per effettuare l'iscrizione
on line). Per non parlare poi della montagna di spam che la casella ministeriale fa filtrare a tutti coloro che per scelta o necessità fanno uso delle caselle "istruzione.it".
Di questi ultimi giorni poi è la
notizia secondo cui il ministro Carrozza ha detto basta con
le lavagne digitali:
“Dobbiamo cambiare rotta rispetto all’idea della Lim
di Stato. È finita l’epoca in cui si acquistano piattaforme di
Stato, questo è il punto”. E non dimentichiamo nemmeno che la famigerata vicenda delle Pillole del sapere è stata lanciata all'insegna dell'innovazione tecnologica nella scuola italiana per finire poi come tante altre storie del nostro paese in tribunale con l'accusa di abuso d’ufficio e turbativa d'asta per all’assegnazione dell’appalto del 2010. Ma non si tratta dell'unico buco nero del progetto di digitalizzazione della scuola italiana.
Siamo proprio al ridicolo. E nel contempo però qualcuno propone di innovare la scuola adottando il registro elettronico in scuole che ancora non hanno nè la strumentazione, nè il cablaggio. La soluzione? Utilizzare il Pc dei docenti italiani e la loro connessione internet. Magari facendoli compilare prima le fotocopie del vecchio registro cartaceo e poi registrare da casa i voti e le presenze degli alunni. Magari senza comparare la differenza di costi tra l'acquisto di registri cartacei e il finanziamento di PC e tablet, l'acquisto di software venduto in regime di oligopolio, costi per la formazione del personale e l'inevitabile assistenza al sistema di registrazione e di valutazione elettronica. Già: e se per caso dovessero andare in tilt che si fa? Ma fateci il piacere! |
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