GildaVeneziaNews

BLACKOUT

La posta elettronica di istruzione.it è fuori servizio siamo al ridicolo

 GildaVeneziaNews, 28.10.2013

Il Miur e le Nuove tecnologie proprio non vanno d'accordo.

Dalla mattina del 27 ottobre a quella del 28 le caselle di posta elettronica istituzionali targate "istruzione.it" sono andate in tilt: è stato impossibile accedere sia alla casella di posta elettronica sia ad istanze on-line. Ovviamente anche la posta che proviene dall'account del Miur è risultata bloccata.

Anche noi abbiamo tentato l’accesso senza alcun risultato.

L'unica soluzione rimasta è quella di segnalare il malfunzionamento compilando il form al link https://www.trampi.istruzione.it/peassistenza/pelrichiestasupporto?tu=3.
 

Tuttavia non possiamo tacere sul fatto che si tratta dell'ennesimo flop del Miur in materia. Basta elencare solo alcuni dei più recenti episodi: i continui blocchi del sistema SIDI (che hanno comportato tra l'altro differimenti nel pagamento degli stipendi), la macchinosità dei programmi di istanze on line che a volte sfiorano il ridicolo, i ritardi di Polis (tutti ricordano i problemi che le famiglie hanno incontrato lo scorso a.s. per effettuare l'iscrizione on line).
Dulcis in fundo - ma non meno grave - il sistema non è ancora riuscito ad allineare le graduatorie di terza fascia di tutti quegli istituti (e non sono poi così tanti) che sono stati dimensionati con delibera degli enti competenti entro il 31/12/2012. Conseguenza: come lo scorso anno, quando questo malfunzionamento provocò il cambio di molti supplenti a gennaio, ancor oggi vi sono molti istituti che mantengono nomine fino ad avente diritto, anche approfittando del colpevole silenzio degli USR e UST. Il tutto con l'inevitabile girandola di supplenti e la discontinuità didattica per tanti studenti.

Per non parlare poi della montagna di spam che la casella ministeriale fa filtrare a tutti coloro che per scelta o necessità fanno uso delle caselle "istruzione.it".

Di questi ultimi giorni poi è la notizia secondo cui il ministro Carrozza ha detto basta con le lavagne digitali: “Dobbiamo cambiare rotta rispetto all’idea della Lim di Stato. È finita l’epoca in cui si acquistano piattaforme di Stato, questo è il punto”.
Ma come? Proprio quelle lavagne che sono state installate con grandi costi in tutte le scuole? Quelle per cui sono stati organizzati corsi di formazione cui erano sollecitati a parteciparvi molti colleghi "a costo zero"? Quelle lavagne che sono diventate il fiore all'occhiello di tanti dirigenti scolastici? (a proposito: quanti di loro le sanno usare?).

E non dimentichiamo nemmeno che la famigerata vicenda delle Pillole del sapere è stata lanciata all'insegna dell'innovazione tecnologica nella scuola italiana per finire poi come tante altre storie del nostro paese in tribunale con l'accusa di abuso d’ufficio  e turbativa d'asta per all’assegnazione dell’appalto del 2010. Ma non si tratta dell'unico buco nero del progetto di digitalizzazione della scuola italiana.

 

Siamo proprio al ridicolo.

E nel contempo però qualcuno propone di innovare la scuola adottando il registro elettronico in scuole che ancora non hanno nè la strumentazione, nè il cablaggio. La soluzione? Utilizzare il Pc dei docenti italiani e la loro connessione internet. Magari facendoli compilare prima le fotocopie del vecchio registro cartaceo e poi registrare da casa i voti e le presenze  degli alunni. Magari senza comparare la differenza di costi tra l'acquisto di registri cartacei e il finanziamento di PC e tablet, l'acquisto di software venduto in regime di oligopolio, costi per la formazione del personale e l'inevitabile assistenza al sistema di registrazione e di valutazione elettronica.

Già: e se per caso dovessero andare in tilt che si fa?

Ma fateci il piacere!