Troppi compiti a Natale? di A.G. La Tecnica della Scuola 21.12.2013 A dirlo, schierandosi col ministro Carrozza, è il docente, scrittore e giornalista Marco Lodoli: gli alunni devono lavorare più in classe che a casa, altrimenti non c'è più tempo per la vita. La crescita è fatta di tanti fattori. Natale e i fine settimana sono periodi in cui i bambini si ricreano e crescono nell'educazione sentimentale. E' importante che si dedichino al gioco, alle gite, alle passeggiate, allo sport, a stare in famiglia. E poi largo alla lettura: una edificante può essere "L'uomo che piantava gli alberi", di Jean Giono.
"L'invito a leggere del miniatro Carrozza è giusto - continua -. Credo che una lettura edificante per un pomeriggio possa essere "L'uomo che piantava gli alberi", di Jean Giono: il racconto di un uomo che, indifferente a tutto ciò che lo circonda, va avanti per la sua strada e cambia la vita di un intero paese. Anche da questo si impara". Lodoli, da professore di un istituto professionale del quartiere romano periferico ‘Torrespaccata’, preferisce che i suoi alunni lavorino più in classe che a casa. "Altrimenti non c'è più tempo per la vita, la crescita è fatta di tanti fattori. E anche se può sembrare una bestemmia, non solo lo studio, ma anche il gioco è uno strumento di crescita. Natale e i fine settimana dovrebbero essere periodi in cui i bambini si ricreano e crescono anche nell'educazione sentimentale. E' importante che si dedichino alle gite, alle passeggiate, allo sport, a stare con la famiglia". Conti alla mano, sostiene il prof-scrittore, i giovani passano più tempo sui libri di quanto non facciano gli adulti nel lavoro: "Se pensiamo che trascorrono a scuola una media di 6 ore e poi per altre 3-4 ore sono alle prese con i compiti, è chiaro che alla fine 'lavorano' più di noi adulti. Almeno più di me sicuramente". E se lo dice un prof impegnato su più fronti e di successo, allora sulla questione sollevata dal Ministro forse è proprio giunto il momento di riflettere. |