Lettera di un maestro al maestro Rossi Doria la Repubblica, 4.12.2012 Un appello perché la scuola, almeno per i bambini tra i 3 e gli 8 anni, sia zona franca da schermi e computer. La provocazione è in una lettera aperta indirizzata a Marco Rossi Doria, sottosegretario all'Istruzione e anche lui maestro elementare, lanciata da Franco Lorenzoni, maestro elemetare, classe '53. Ha fondato con altri collaboratori la casa-laboratorio di Cenci ad Amelia, in Umbria: un luogo di ricerca educativa ed artistica che si occupa di ecologia, intercultura e integrazione. Attivo nel Movimento di cooperazione educativa, ha partecipato a progetti di gemellaggio e cooperazione internazionale in Guatemala, Colombia e Brasile. Con Alexander Langer, alla fine degli anni Ottanta, ha curato la sezione educativa ed artistica della fiera delle utopie concrete di Città di Castello. Negli anni Novanta ha promosso un gruppo che ha dato vita, a Palermo, a una ricerca sull'oralità che ha coinvolto decine di scuole intitolata "Arte del narrare, arte del convivere". Dal 1999 collabora con MEMO del comune di Modena e coordina un gruppo di insegnanti per la diffusione del cerchio narrativo nelle scuole.
Il Ministero dell'Istruzione progetta di portare in sempre più aule
le LIM (Lavagne Interattive Multimediali), cioè schermi giganti
collegati a un pc, in un momento in cui le classi si affollano
sempre più di bambini - fino a 30 e 31 - e quando è assente un
insegnante spesso si accorpano e il numero cresce. A partire dal
prossimo anno, inoltre, i libri di testo cartacei saranno
progressivamente sostituiti con supporti informatici da leggere su
tablet.
Il risultato è che i bambini sono sottomessi, fin dalla più tenera
età, ad un bombardamento tecnologico senza precedenti e si
moltiplicano le ore che, anche da molto piccoli, passano davanti a
schermi di ogni misura. La scuola, in questo contesto, deve
affrontare con intelligenza e sensibilità la questione, rifiutando
di appiattirsi sul presente e seguire l'onda. L'illusione che, di
fronte a bambini sempre meno capaci di attenzione prolungata, li si
possa conquistare lusingandoli "con gli strumenti che a loro
piacciono" è assurda e controproducente....
I bambini hanno un disperato bisogno di adulti che sappiano
attendere e accogliere le parole e i pensieri che affiorano, che
siano capaci di ascoltarli e guardarli negli occhi. Hanno bisogno di
tempi lunghi, di muovere il corpo e muovere la testa, di dipingere e
usare la creta; devono poter essere condotti ad entrare lentamente
in un libro sfogliandolo, guardando le figure e ascoltando la voce
viva di qualcuno che lo legga. E cominciare a scrivere e a contare
usando matite, pennelli e pennarelli, manipolando e costruendo
oggetti per contare, costruire figure ed indagare il mondo. Hanno
bisogno di guardare fuori dalla finestra il sole che indica il tempo
e i colori della luce che cambiano col passare delle nuvole. Hanno
bisogno di scontrarsi e incontrarsi tra loro in quel corpo a corpo
con le cose e con gli altri, così necessario per capire se stessi... |