Un'occhiata all'EDUCAZIONE 2010 e 2011 di Osvaldo Roman ScuolaOggi, 14.9.2011 A proposito dei dati pubblicati il 13 settembre dall’Ocse nel Rapporto Education at a Glance 2011 al MIUR chi scrive i comunicati ormai non ci capisce più niente. Infatti per stare dietro alle assurdità che la Gelmini deposita qua e là, in un comunicato presente nel sito, scrivono: Dati Ocse smentiscono classi-pollaio dal 2000 spesa per studente aumentata del 6%. I dati del rapporto Ocse sull'istruzione in Italia confermano la necessità di proseguire nella direzione delle politiche adottate dal governo e ne indicano alcuni risultati positivi. Viene dimostrata l'assoluta infondatezza delle polemiche sul presunto sovraffollamento delle classi. I dati Ocse dimostrano infatti che gli studenti italiani vivono in classi relativamente poco numerose, con un insegnante ogni 10,7 alunni nella scuola primaria (media Ocse 16) e uno ogni 11 alunni nelle secondarie (media Ocse 13,5).Inoltre, la riorganizzazione dei curricoli e la razionalizzazione delle ore di insegnamento attuate dalla Riforma vanno nella giusta direzione, poichè gli studenti italiani trascorrono a scuola un numero di ore superiore alla media Ocse. Infatti gli studenti dell'area Ocse tra i 7 e i 14 anni hanno una media di tempi d'istruzione di 6.732 ore, mentre la media italiana è di 8.316 ore. A questo dato, si collega il tema dello stipendio inferiore alla media dei docenti italiani. Gli insegnanti italiani infatti sono numerosi, per fare fronte all'elevato numero di ore di insegnamento; questa è una delle cause della loro retribuzione non alta.
I dati Ocse dimostrano inoltre che, tra il 2000 e il 2008, la spesa
delle scuole per ogni studente è aumentata del 6%, mentre è
aumentata dell'8% per ogni studente universitario. Ora invece i tagli ci sono stati e il trenta per cento dei cosiddetti risparmi è stato e sarà utilizzato per garantire la retribuzione degli scatti nei tre anni tagliati 2010-2011-2012. Per fare ciò a regime i 960 milioni del merito dal 2012 non saranno più disponibili per altre operazioni. Ma è possibile che al Miur non ci sia nessuno che spieghi a questo disgraziato ministro questa elementare questione di bilancio! Tali servizi non saranno valutati giuridicamente per raggiungere i successivi scaloni. Un milione di dipendenti della scuola ogni volta che dovrà passare di scalone dovrà attendere tre anni di più. Lo conferma una recente Circolare del MEF. Anche i precari neo nominati in ruolo dovranno sostare nel primo scalone non solo 9 anni ma altri 5 (3+2) derivanti dalla cancellazione delle anzianità prodotta dall’art. 9, comma 23,della legge 122/2010 e dalla legge 111/11 che ha convertito il decreto legge 98/11 e prorogato al 2014 tale taglio dei servizi. Infatti l’articolo 16, comma 1 lettera b) di tale legge stabilisce “la proroga fino al 31 dicembre 2014 delle vigenti disposizioni che limitano la crescita dei trattamenti economici anche accessori del personale delle Pubbliche Amministrazioni previste dalle disposizioni medesime”. Lo scrivono nello stesso comunicato ma non si sono accorti che i dati della spesa per l’istruzione e l’intero Rapporto 2011 si riferiscono all’anno 2008! La spesa per l’istruzione del 2008, superiore a quella del 2007, è da attribuirsi alla finanziaria presentata dal governo Prodi. Chi scrive i comunicati, se non la Gelmini, dovrebbe saperlo! Se il Rapporto 2011 si riferisce all’anno 2008 non si capisce come possa indicare i risultati positivi della politica della Gelmini realizzati con la legge 133/2008 che ha avuto il primo anno di attuazione nel 2009-2010! Non si capisce perché la Gelmini debba compiacersene. Gli effetti della sua politica dei tagli hanno portato nel 2010 la spesa rispetto al PIL al 4,2%.
Infatti oggi i dati dell’Italia sono molto più bassi di allora: nel
2010 si trattava del 4.2% del PIL!
Questa scelta di riduzione della spesa strutturale per l’istruzione
è la più significativa forse unica in Europa. Essa si potrà
realizzare con i tagli agli enti locali e con il blocco Essa contraddistingue in Europa il Governo Berlusconi in questo fondamentale settore.
A = percentuale della spesa totale (scuola e università) per l’istruzione sul totale della spesa pubblica B = percentuale della spesa totale (scuola e università) per l’istruzione rispetto al PIL Il dato complessivo OCSE è superiore alla somma di scuola è università perché comprende anche i dati della scuola dell’infanzia e per l’educazione permanente
La spesa totale nel 2008 per Scuola e Università
A1 = percentuali della spesa per la scuola e per l’università sul totale della spesa pubblica B1 = percentuali della spesa per la scuola e università rispetto al PIL Chi lo desideri può consultare nell’allegato le tabelle e i relativi grafici che nel rapporto 2011 trattano tali materie.
Allegato
|