Docenti e presidi contro le occupazioni: di Sergio Casprini, dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, 20.11.2009.
In
un editoriale in prima pagina del Corriere della Sera,
Pierluigi Battista, acuto osservatore della società italiana,
coglie la novità nella scuola di un diverso atteggiamento da parte
dei docenti e dei dirigenti scolastici nei confronti delle rituali
manifestazioni di protesta degli studenti delle superiori, che si
esprimono soprattutto con occupazioni ed autogestioni, interrompendo
per un periodo non breve l’ordinato svolgimento dei corsi. Dopo anni
di supina acquiescenza, in alcuni casi di implicito consenso, talora
con la conferma autorevole dei responsabili del ministero (la
proposta per esempio del ministro Berlinguer di autorizzare ogni
anno una settimana di autogestione nelle scuole), finalmente si
comincia a dire basta a queste forme di infantilismo politico,
promosse per lo più da una minoranza di studenti contro il diritto
allo studio della maggioranza dei loro compagni. E Battista nel suo
articolo lo riconosce, anche lui consapevole dell’inutilità di
questo rituale di proteste che di in anno in anno si ripete e non
produce alcun risultato, anzi frustra anche gli stessi studenti
contestatori. Però alla fine del suo editoriale, quasi
contraddicendosi, mostra un atteggiamento di maggior comprensione
verso gli studenti, i quali evidenziano un disagio ed un malessere
nel loro stare a scuola, a cui va data una diversa risposta, che non
sia “di rancore e di appello all’ordine da parte degli insegnanti”.
"La Stampa"
dà invece largo spazio alla
sentenza di un tribunale canadese, che in seguito a una
battaglia legale deì genitori di due ragazzi, li ha liberati dal
dovere di fare i compiti. Sacrosanto il sarcasmo con cui
Paola Mastrocola commenta da par suo la vicenda sulla prima
della "Stampa". (GR)
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