abusi e interessi
Chiara Vettorazzo*, 28.12.2009 Riguardo alla RIFORMA SCOLASTICA ed alle iniziative di riforma mi sembra importante cogliere la gravità di quanto sta accadendo. Segnalo dunque che la Provincia Autonoma di Trento, usando le prerogative concesse dallo statuto di autonomia (o meglio abusandone, sia nelle competenze che nel metodo) sta proponendo una riforma (approvata l'11/9 con una delibera della Giunta senza alcun dibattimento in Consiglio Provinciale) in cui GLI ISTITUTI PROFESSIONALI VENGONO ADDIRITTURA SOPPRESSI. In Trentino storicamente l'istruzione professionale, molto presente nel resto di Italia, non è stata favorita: al suo posto si è sviluppata nei decenni una "formazione professionale" (corsi di 3 anni) gestita da privati (in gran parte enti vicini alla chiesa cattolica) e finanziata sempre più dalla Provincia. In pratica se in tutta Italia uno studente, ad esempio dell'IPSIA, può conseguire la maturità al 5° anno, in Trentino deve invece accontentarsi di 3 anni (gestiti da ENAIP); se poi vuole proseguire, deve rientrare con raccordi in istituti superiori.
Questa Formazione professionale ha un
profilo più addestrativo rispetto alla corrispondente Istruzione
professionale, non porta al diploma di maturità, salvo la richiesta
recentissima di poter avviare anche un quinto anno per la
conclusione con esame di maturità, attraverso non meglio specificate
intese tra Stato e Regione Trentino-Alto Adige (teniamo conto che
nei settori della Formazione professionale attualmente al quarto
anno, aggiunto in questi anni in via sperimentale, i piani di studio
prevedono una quota di "materie culturali" variabile attorno alle
150 ore annue (circa 4 ore in settimana!) il resto del "percorso di
studi" è suddiviso tra attività di laboratorio addestrativo al
lavoro e stage di lavoro presso aziende). E' questo settore che la Provincia di Trento si appresta a sopprimere. Un corso che vede tra i suoi iscritti il 25% e più di studenti stranieri, che vi trovano un'occasione importante di integrazione e cittadinanza; vede inserito un gran numero di alunni disabili (a differenza delle altre scuole superiori in cui questa presenza è esigua), i quali in un percorso di studi più operativo e semplificato rispetto a quello "tecnico" trovano maggiore spazio all'interno delle classi; e ancora vede una gran parte dei suoi studenti, spesso non motivati allo studio per ragioni culturali e sociali, prendere via via fiducia e concludere con successo cinque anni di studi. Di fronte a questa soppressione agli studenti rimarrà la scelta di:
Per l'indirizzo sociale addirittura non esisterà alcuna scelta coerente né ai tecnici, né alla formazione (che propone nel settore corsi di basso livello gestiti da ENAIP) e i ragazzi dovranno tornare a migrare fuori provincia come 50 anni fa. Naturalmente la riforma è stata accolta con una rivolta degli istituti professionali, cui ora si sono aggiunte molte altre scuole superiori, in grave difficoltà per il taglio del tempo scuola, per gli indirizzi che spariscono, per la riduzione dei laboratori (aspetti questi che pure sono esito della delibera provinciale, che mette mano alla scuola tutta, modificando in parte l'impianto Gelmini). La richiesta dei docenti è quella di sospendere quanto meno per un anno la delibera provinciale e riflettere meglio su tutta l'ipotesi di riforma, aprendo un confronto serio coi docenti e con le scuole (questa richiesta è emersa in modo unanime dalle varie audizioni dei docenti che in questo periodo si sono svolte presso la IV Commissione del Consiglio Provinciale, audizioni chieste e ottenute dall'opposizione, PDL, per avere un momento di ascolto delle ragioni della protesta). Per altro il forte auspicio è che questo slittamento si verifichi pure a livello nazionale, dati i tempi drammaticamente stretti, la mancanza di informazione e condivisione, l'impossibilità evidente di predisporre seriamente l'organizzazione scolastica per il prossimo anno! L'aspetto interessante di tutta la vicenda è che la Provincia di Trento non ha un governo di destra (la principale forza in Giunta è il PD); e tuttavia pare realizzarsi una consonanza di intenti tra il Presidente Dellai e il Ministro Gelmini, giacché le modifiche locali che si vogliono apportare non vanno nel senso di compensarne gli effetti negativi della riforma nazionale, bensì, per alcuni aspetti, sembrano addirittura rincarare la dose: riduzione del tempo scuola, più spazio ai privati (formazione professionale), meno scelta nelle lingue, sparizione dei laboratori... Questa convergenza fra governo trentino di centro-sinistra e governo nazionale di centro-destra, si realizzò anche anni fa, con un'altra riforma provinciale che modificò l'assetto delle scuole elementari e medie, anticipando di fatto parecchi aspetti della riforma Moratti; tant'è che Moratti ebbe allora a dichiarare che guardava con grande attenzione al Trentino come ad un laboratorio pilota! Altro aspetto interessante della cosa è che l'unico partito che fin dall'inizio ha appoggiato la battaglia degli istituti professionali è stata la Lega Nord (e successivamente PDL, sempre dall'opposizione). Dunque è stata per lo più la Lega ad ergersi a difesa del diritto allo studio e ad esprimersi contro un orientamento precoce al lavoro! E' grazie alle tre mozioni presentate da Lega e PDL che si è avuto l'unico momento di dibattito istituzionale: un Consiglio Provinciale straordinario il 3/11/09 in seduta serale (20-23.30) in cui, alla presenza di più di 250 studenti e docenti, si è palesata la grande ignoranza dei consiglieri riguardo alla questione e l'inconsapevolezza circa le conseguenze; le 3 mozioni, che chiedevano il mantenimento dell'Istruzione Professionale come nel resto d'Italia, sono state bocciate con interventi privi di spessore argomentativo da parte dei partiti della maggioranza e con la sensazione che il dibattito fosse pesantemente "blindato" (il Presidente Dellai vuole fortemente questa riforma; molti sostengono che si miri ad aumentare il potere della Formazione Professionale... gestione privata - finanziamento pubblico - assunzione dei docenti a chiamata, senza vincoli di rispetto delle graduatorie - aumento dei finanziamenti del Fondo Sociale Europeo). Ora, dopo due mesi di battaglie dei docenti completamente auto-organizzati, anche il PD esprime perplessità e chiede ulteriore riflessione. Tra le iniziative assunte dai docenti, oltre alle decine di raccolte di firme, ai dibattiti e ai volantinaggi, è da segnalare il RICORSO AL TAR (presentato da 140 docenti auto-tassati), ove si impugna la delibera della PAT per questioni di legittimità (una delle ipotesi è l'abuso di competenze: la PAT non può abolire l'istruzione professionale, che ancora dipende dallo Stato - la Provincia Autonoma di TN ha competenza solo sulla Formazione Professionale, cui sopra si accennava). Credo che un interessamento approfondito su questo tema sarebbe importante; i due quotidiani locali hanno seguito in questi mesi la vicenda della protesta della scuola con articoli praticamente quotidiani (soprattutto da parte del giornale "L'Adige"; il "Trentino" ha iniziato solo ora ad occuparsi della faccenda). Altre informazioni sono reperibili dai docenti stessi (documenti delle scuole) e dai docenti degli istituti professionali, che si sono organizzati in un coordinamento. Poiché di questa rete faccio parte, vi invio alcuni documenti riferiti alla battaglia in corso; non riesco a inviarvi la densissima rassegna stampa, da cui maggiormente emerge il clima che qui si sta respirando; non so se vi sia per voi la possibilità di accordarvi col quotidiano "L'Adige" per attingere dal loro archivio). Vi ringrazio per l'attenzione e per il vostro ottimo sito, prezioso per gli aggiornamenti.
* Chiara Vettorazzo - docente presso Istituto Professionale per i Servizi Commerciali e Turistici "LIVIA BATTISTI" di TRENTO
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