L’emanazione del Dl n. 7 del 31 gennaio 2007,
recante "Misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione
della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di
nuove imprese", ha fornito un primo contenuto alle misure sulla
Scuola che il Governo ha deliberato il 25 gennaio.
L’ Assessore all’ Istruzione e formazione della Lombardia, Gianni Rossoni, risponde ad un’intervista sui temi dell’ istruzione
“Il Disegno di legge del Governo a cura di Renza Bertuzzi, dal Centro Studi della Gilda del 14 febbraio 2007
1) Assessore Rossoni, istruzione obbligatoria impartita per almeno 10 anni. In questi giorni, si stanno completando le iscrizioni, ma l’impressione generale e le voci che arrivano dalle scuole sembrano dare l’idea di poca chiarezza. L’ obbligo si assolverà: nell’Istruzione o anche nella Formazione? E chi deciderà in merito, le Regioni o le scuole autonome? Confermo la scarsa chiarezza della Finanziaria a riguardo del nuovo obbligo di istruzione fino a 16 anni. Voglio comunque tranquillizzare le famiglie: il biennio introdotto con la legge di Bilancio potrà essere svolto in entrambi i canali, quello dell’Istruzione e quello dell’Istruzione e Formazione professionale. Gli enti che potranno erogare un’offerta conforme all’assolvimento dell’obbligo saranno quelli accreditati dalle Regioni in base ai nuovi standard nazionali fissati dal Ministero. A mio avviso, la novità introdotta da Fioroni ci riporta indietro nel tempo: dal diritto-dovere si è tornati all’obbligo. Peccato.
2) Cosa sta predisponendo la Regione Lombardia, rispetto a questo grande obiettivo?
Per quanto riguarda l’elevazione delle
competenze di base devo dire che siamo stati i primi a riconoscerne la
necessità, iniziando a perseguire l’obiettivo già dal 2002 con i
percorsi sperimentali che sono passati dai tradizionali due anni a tre
anni. Il grande successo della nostra sperimentazione, che oggi raccoglie più di 30.000 ragazzi, ha un tasso di dispersione del 4% e permette lo sviluppo di competenze di base di tutto rispetto, è dovuto proprio alla grande lavoro fatto sulle strategie didattiche e sullo stretto legame instaurato tra lo sviluppo di competenze di base e quelle professionali. Per quanto riguarda i “grandi obiettivi”, questi non sono certo l’obbligo di istruzione; stiamo lavorando ad una riforma del sistema educativo di Istruzione e Formazione professionale, che potenzi e renda finalmente paritario il canale di Ifp a quello dell’Istruzione. Già dal 2002 la Lombardia tenta con successo di portare il proprio sistema educativo in linea con l’Europa. Ci muoveremo verso la maggior valorizzazione del ruolo degli insegnanti, una più ampia libertà di scelta delle famiglie e – finalmente – una vera autonomia degli istituti: gestionale, finanziaria e – perché no? – di scelta diretta del personale docente.
3) Riordino dell’ Istruzione tecnico- professionale : in alcune regioni sono già al lavoro le commissioni che dovranno studiare i nuovi Poli. La Sua Regione come si sta preparando? Chiariamoci: parlare di Istruzione tecnico-professionale intendendone la competenza in capo allo Stato è errato, poiché gli Istituti professionali – come precisato nella Costituzione e nella tuttora vigente legge 53 del 2004 – sono di competenza regionale. Per quanto attiene ai Poli per la formazione superiore introdotti con Decreto legge nel Consiglio dei Ministri del 25 gennaio scorso, anche qui si prefigura una prospettiva che in Lombardia è già realtà da diverso tempo: i 31 Poli formativi attivati sul nostro territorio raccolgono in una sorta di consorzio realtà imprenditoriali, Centri di Formazione, scuole e Università per erogare la cosiddetta Istruzione e Formazione Tecnica Superiore. Qualora il Governo intendesse anche in questo caso avocare a sé le competenze di questo settore della Formazione diremo chiaro e tondo che sta invadendo un campo di chiara pertinenza regionale.
4) Istruzione professionale e Formazione professionale : il DDL n. 7 del 31 gennaio 07 delibera di accordarle nei nuovi Poli. Ma il settore dell’ istruzione professionale, dopo la Riforma del Titolo V , appartiene alla legislazione esclusiva delle Regioni. Non vi sarà un conflitto di competenze?
Il Disegno di Legge governativo tenta di
raccordare malamente ciò che prima ha separato. Secondo la
Costituzione infatti sia Istruzione professionale che Formazione
professionale sono di competenza delle regioni, e noi lavoriamo
proprio nella prospettiva di un unico sistema organico. Il Disegno di
Legge, avocando a sé la prima e lasciando la seconda alle Regioni,
crea una duplicazione di sistemi professionalizzanti che porta ad un
conflitto di competenze. Abbiamo bisogno di un sistema di Istruzione e
Formazione Professionale capace di rispondere ai bisogni dei ragazzi,
delle famiglie e del tessuto produttivo; le regioni sono i soggetti
che meglio possono raggiungere questo risultato, per le sinergie che
possono favorire tra scuola e realtà produttive del territorio.
(A cura di Renza Bertuzzi) |