Molti prof di sostegno usano i disabili per saltare le graduatorie dei precari. Alunni disabili? Un sostegno per molti insegnanti. Passano di ruolo sull’handicap e dopo cinque anni tornano sulla materia da vincenzobrancatisano.it, 30 giugno 2006
Leggiamo quanto segue nella notizia Agi di ieri: “Il numero degli insegnanti di sostegno nelle classi sarà adeguato al numero di presenze di allievi disabili. E' l'annuncio di un cambiamento che il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha fatto nel corso dell'audizione in commissione Cultura di Montecitorio. "Ritengo importante - ha detto Fioroni - rimuovere il bizzarro criterio di definizione dell'organico degli insegnanti di sostegno che era stato introdotto recentemente. Quel criterio che, con logica tipicamente aziendalistica, calcolava il numero degli insegnanti di sostegno necessari sul numero totale degli allievi invece che sul numero degli allievi disabili". Il ministro, che ha ribadito il diritto del nostro paese di rivendicare con orgoglio la normativa piu' perentoria sull'integrazione dei disabili, ha affermato che "la specializzazione degli insegnanti di sostegno deve essere pienamente valorizzata e sottratta al rischio che vada dispersa per convenienze di vario tipo"(*). Non sappiamo cos’abbia voluto dire il nostro ministro dell’Istruzione quando ha affermato che “la specializzazione degli insegnanti di sostegno deve essere pienamente valorizzata e sottratta al rischio che vada dispersa per convenienze di vario tipo”? Ci auguriamo che conosca lo scandalo del passaggio di cattedra da posto di sostegno a posto comune, che vede protagonisti non pochi tra gli insegnanti di sostegno e agevolato dai sindacati della scuola, che consigliano ai precari la via più breve per saltare i colleghi in graduatoria. Lo Stato, e dunque la collettività, spende miliardi per formare gli insegnanti di sostegno, dando loro la specializzazione. Il prossimo anno, stando all’annuncio del ministro Fioroni di cui sopra, il numero degli insegnanti di ruolo sul sostegno aumenterà. E loro cosa fanno, ben consigliati dalle organizzazioni sindacali? Salve le eccezioni in cui il passaggio è legato a esigenze valide, passano di ruolo e poi, affrancatisi dal “vincolo quinquennale”, fregano tutti e chiedono il passaggio di cattedra sulla propria materia. In questo modo lasciano vacanti le cattedre che spesso sono coperte da precari senza specializzazione, che talvolta producono più danni che benefici al disabile, e bruciano competenze costate energia e denaro. Per chi non lo sapesse, nei prossimi anni si assisterà a una valanga di passaggi di cattedra (o di “trasferimento”, che dir si voglia) da sostegno a posto comune. Si verifica così una inversione di ruoli tra il disabile e l’insegnante di sostegno grazie alla quale il disabile fa da sostegno al precario. Di domande come le seguenti (tratti dal sito edscuola.it) è piena la rete: “Il prossimo anno potrò chiedere il passaggio essendo il 5° e l'ultimo nel sostegno oppure è vero che l'anno in corso non è valutabile? in questo caso gli anni nel sostegno diventerebbero 6!!”. E ancora: “Un insegnante di sostegno immesso in ruolo quanto tempo deve rimanere su tale posto prima di poter effettuare il passaggio su posto normale?”. Tempo fa ho proposto un quesito in materia a Luisa De Filippi, dirigente nazionale della ex Cgil Scuola, definendolo “scandalo al sole”. Questa la sua risposta: “Il diritto dei precari è da armonizzare con il diritto dei docenti già di ruolo a modificare la propria posizione: la regola del 50% dei posti regolamenta i due diritti. Il caso poi del docente che passa dall'insegnamento sul sostegno a insegnamento disciplinare, rientra fra i "trasferimenti" e non fra i "passaggi", quindi non rientra nelle quote del 50%, ma nei movimenti di tipo territoriale che non hanno limitazioni. E' evidente che qualunque movimento può modificare la situazione specifica di una provincia, ma non si può imporre una sede di servizio che lede il diritto al ricongiungimento familiare di un docente”. Complimenti. |