Secondo ciclo/1.

"Retromarcia" della Moratti:

accolta la protesta delle Regioni.

Tuttoscuola del 17 novembre 2005

 

All’indomani dell’approvazione del decreto sul secondo ciclo avevamo segnalato (v. TuttoscuolaFOCUS n. 216 del 24/10/05) che lo "strappo" istituzionale con le Regioni operato dal Governo era destinato a lasciare il segno.

L’art. 27 del dlgs. n. 226/05 ha previsto tempi strettissimi per stabilire, in sede di Conferenza unificata, da un lato le corrispondenze tra i titoli vigenti e quelli disegnati dai licei della riforma (30 novembre), e dall’altro la programmazione dell’offerta formativa territoriale (30 dicembre).

Le Regioni, preoccupate dalla ingiustificata ristrettezza dei termini definiti, unilateralmente dal Governo, avevano subito protestato con una lettera del Presidente Errani. La buona impostazione di questo lavoro, infatti, pareva alle regioni incompatibile con decisioni affrettate e magari verticistiche. Auspicavano invece, per i tavoli tecnici Stato-Regioni, l’adozione di strategie di studio del problema e di coinvolgimento dei vari soggetti istituzionali nella nuova progettazione ordinamentale dispiegate su tempi non concitati.

Il ministro Moratti, posta davanti alla prospettiva di riaccendere la tensione con le Regioni alla vigilia di un percorso molto delicato di applicazione del decreto, ha fatto retromarcia e, nella lettera di risposta del 4 novembre 2005, ha prospettato la possibilità di definire con le Regioni un calendario di lavoro con l’indicazione di tempi certi, diversi da quelli contenuti nel decreto, per la definizione degli adempimenti normativi necessari per creare le condizioni di avvio contemporaneo dei due percorsi a decorrere dal 2007/2008.

Si riapre, dunque, la prospettiva di un lavoro condiviso Stato-Regioni per costruire il sistema educativo di istruzione e di formazione, composto da percorsi liceali e di istruzione e formazione professionale che siano di pari dignità e tra loro interconnessi.