Tempo di Màssacro II. I numeri del disastro La contrazione della A051 nella provincia di Roma (tanto per fare un esempio) di Vale, da Non vado a scuola ma all'asilo, 26/1/2004
Un giornaletto di scuola ha scritto, riportando qualche voce sindacale, che i nuovi quadri orario della scuola superiore porterebbero al taglio del 20% delle cattedre. Una cifra che non si allontana dal vero, probabilmente, ma non ha la forza evocativa dei numeri reali, quelli che entrano nella vita delle persone. Per questo mi sono fatto due conti su una situazione che conosco (e che mi preme, ma se tutti lo facessero), da cui tuttavia si possono trarre delle deduzioni sulla reale portata di questo riordino del monte ore di insegnamento. Non è compito mio discutere sul merito dei tagli. Dirò solo che mi riesce difficile immaginare qualcosa di buono in una riforma che taglia in modo pesante il tempo scuola (introducendo una girandola di ore opzionali che sembra già un campo minato degli appetiti) e ridimensiona alcune materie come il latino, l’inglese (ma non era una delle tre i?), l’educazione fisica in un modo che, da un punto di vista strettamente didattico, ne consiglierebbe piuttosto l’eliminazione.
Dunque, la A051 non subisce tagli nel liceo classico dove le cattedre sono, per la provincia di Roma, circa 180 (di cui 8 occupate attualmente da precari con contratto annuale e un’altra decina di organico di fatto). Non è difficile immaginare che quelle 8 cattedre (più altre che si potranno rendere disponibili in seguito a pensionamenti) saranno coperte, nel momento stesso in cui scatta il nuovo regime, dai trasferimenti dei perdenti posto nei licei scientifici e linguistici (così come, chi può, chiederà il passaggio di cattedra nella A052). Non si tratta, ancora, di un disastro anche perché i licei classici, e le sezioni tradizionali all’interno dei licei classici, sono una parte non rilevante delle disponibilità per la classe A051. Nel liceo scientifico le cattedre della A051 sono attualmente 900, più o meno equamente divise tra biennio e triennio. Una cinquantina sono occupate da precari con contratto annuale, un’altra cinquantina sono la quota fisiologica delle cattedre di organico di fatto. Per effetto dei nuovi quadri orario vengono cancellate 150 cattedre al triennio (il monte ore passa da 22 ore settimanali a 16: un solo insegnante copre una sezione in luogo degli attuali uno e mezzo). Nel biennio (dove il monte ore passa da 24 a 20), si ha una contrazione di circa il 20%, con una perdita di circa 10 cattedre su tutta la provincia. I precari sono semplicemente eliminati (salvo quei pochi che continueranno a ricevere incarichi su cattedre di organico di fatto o supplenze lunghe), mentre una cinquantina di insegnanti di ruolo perderebbero il posto se non li soccorresse nel frattempo una certa quota di pensionamenti. Molti dovranno comunque fare le valigie. Nel liceo linguistico le cattedre della A051 sono attualmente 140, metà al biennio e metà al triennio. Nel biennio (per effetto del passaggio del monte ore da 16 a 14) la contrazione è solo del 10%. Le 70 cattedre al triennio invece sono semplicemente eliminate (è probabile che come già nel liceo pedagogico e delle scienze sociali l’insegnamento dell’italiano passi alla A050). Non so se devo continuare o meno. Mi viene in mente un effetto collaterale: se i nuovi quadri orario saranno recepiti dalle scuole paritarie, anche alcuni precari della scuola privata dovranno cercarsi un altro posto.
E infine una considerazione di carattere più generale, antropologico più che aritmetico. Questo piano sembra fatto apposta per mettere gli uni contro gli altri gli insegnanti di ciascuna disciplina: latino contro greco, inglese contro francese ecc. Forse ci toccherà assistere, rimanendo solo nell'ambito dei precari, alle lotte fratricide di alcuni contro colleghi di altre materie mentre altri continueranno indisturbati a combattere le tradizionali battaglie contro i sissini, gli ordinaristi, i nuovi abilitati con la sanatoria della legge 143...
Post scriptum: il piede nella fossa Non ho accennato al liceo pedagogico e delle scienze sociali perché non ho dati sufficientemente attendibili in proposito, essendo queste sperimentazioni inserite in proporzione variabile in altri ordini di scuola (specialmente liceo classico e generici istituti superiori). Mi pare però che l'inserimento del latino nel nuovo liceo delle scienze umane (che riassume, come ho già scritto in Tempo di Màssacro I, sia il liceo pedagogico, dove attualmente le ore di latino sono 14 contro le previste 6, che quello delle scienze sociali, dove non si insegna latino) non comporti consistenti variazioni di organico. Ho scritto di un generico effetto collaterale che si potrebbe soprannominare "scuola privata". Finora la scuola privata è stata per i precari una sorta di refugium peccatorum. Se questa valvola di sfogo viene a mancare, se anche la scuola privata dovesse vivere l'effetto contrazione che ho ipotizzato per la scuola pubblica, ciò avrebbe l'effetto di una maggiore, e intollerabile, congestione delle graduatorie permanenti dove le defezioni dei docenti in servizio presso le scuole paritarie, molti dei quali assunti a tempo indeterminato, assicurano attualmente un minimo scorrimento. I nuovi quadri orario entreranno in vigore, con molti se, a partire dall'as 2006-2007, mi si obietta. Quindi, per l'anno prossimo non ci sono contraccolpi. L'anno dopo viene cancellato ancora un numero irrisorio di cattedre e così l'anno successivo (il biennio delle scuole superiori è in parte risparmiato dal disastro generale). Il nuovo regime comincerebbe quindi a fa sentire i suoi effetti solo dal 2008-2009 che è ancora piuttosto lontanuccio (almeno sembra). Non solo, con un po' di ottimismo, si può immaginare che a quella data siano accaduti eventi imprevedibili che hanno sovvertito ogni aspettativa (tra cui l'immissione in ruolo di nuovi specializzati, ma va') e che, per restare più terra terra, una certa quota di pensionamenti abbia rimpolpato le cattedre perdute. Nella migliore delle ipotesi, quella per cui la somma algebrica è uguale a zero (mi scusino i matematici) ci troveremo, tra dieci anni, nella stessa posizione di oggi, ovvero, alla soglia o superati di tutto il piede gli 'anta (e un altro piede già nella fossa), dei sopravvissuti. Sopravvissuti a una scuola che ha abolito ogni attività intellettuale, che ci ha frustrato e ci ha reso frustranti, che ci ha succhiato tutto e poi ci ha premiato con un calcio in culo.
Vedi anche: Tempo di Màssacro: le materie letterarie nei nuovi quadri orario dei licei. |