P a v o n e R i s o r s e

Rilevazione e valutazione degli apprendimenti:

caratteristiche comuni e differenze.

Relazione svolta da Martin Dodman
al Seminario “Valutazione e autovalutazione” promosso dall’Andis
(Torino, 3 maggio 2005)

da Pavone Risorse del 15/8/2005

 

Innanzitutto occorre distinguere fra due processi diversi. Una rilevazione degli apprendimenti (per esempio, Ricerca OCSE-PISA oppure Progetto IN.VAL.SI) è un tentativo di raccogliere dati di modo che si possano descrivere alcune caratteristiche di una determinata situazione. Se gli apprendimenti vengono intesi come competenze sviluppate, si devono definire le competenze da rilevare e le modalità da utilizzare - nel caso di prove da somministrare, i tipi di quesiti da proporre. Una valutazione, invece, riguarda i risultati ottenuti attraverso determinati percorsi, in cui sono state effettuate scelte relative a contenuti, obiettivi, metodologie e criteri di valutazione, cioè, un curricolo inteso come un processo che si articola e si snoda nel tempo e le modalità con cui si intende realizzarlo. Valutare significa non solo verificare i risultati ma anche mettere a fuoco la validità e l’efficacia delle scelte effettuate. Occorre tenere presente questa distinzione perché, anche se entrambi possono condividere certe caratteristiche, una rilevazione e una valutazione degli apprendimenti hanno scopi ben diversi che non devono essere confusi e tanto meno equiparati.

Riflettere su progetti di rilevazione o di valutazione significa dare risposte a cinque domande: perché farlo? che cosa si vuole rilevare o valutare? chi partecipa al progetto? come procedere per realizzarlo? quando serve?

Partendo dalla prima domanda di perché, si può dire che qualsiasi rilevazione o valutazione vuole fornire informazioni utili alla riflessione su fenomeni particolari che riguardano un sistema scolastico. Nel caso degli apprendimenti si tratta di obiettivi relativi a competenze. A questo proposito si constata una prima differenza di fondo. Una rilevazione non si basa sui risultati che derivano da un determinato percorso. Si vuole sapere se certi tipi di competenze siano stati sviluppati a prescindere dal percorso proposto. Le informazioni sono necessariamente limitate all’esistenza o inesistenza di queste competenze. Nella valutazione, invece, si cerca di identificare punti forti e punti deboli di un percorso, allo scopo di individuare e consolidare ciò che funziona bene e cambiare in meglio ciò che non funziona a dovere. Valutare significa andare oltre il riscontro degli apprendimenti per identificare tutto ciò che ha facilitato oppure ostacolato quanto progettato e realizzato.

Per quanto riguarda la domanda di che cosa, occorre partire dal presupposto che si tratta di una rilevazione o una valutazione degli apprendimenti conseguiti, non degli apprendenti in quanto tali. Allo stesso modo, una rilevazione o una valutazione può anche aiutarci a riflettere sugli insegnamenti, ma non è rivolta agli insegnanti come persone. Per quanto riguarda gli apprendimenti, si mettono a fuoco determinate competenze. La prima differenza risiede nel fatto che una rilevazione si basa su una scelta arbitraria, che può corrispondere a un’idea più o meno condivisa di un sapere essenziale per una certa fascia di età, ma che per forza non rispecchia le competenze individuate e promosse all’interno di uno specifico percorso. Occorre chiarire molto bene le competenze che devono costituire il sapere essenziale e creare i presupposti per una loro condivisione (consultare, informare, coinvolgere le scuole che partecipano alla rilevazione), altrimenti i risultati rischiano di essere poco utili perché privi di informazioni pertinenti a un contesto reale. Anche una valutazione deve basarsi su competenze relative a un sapere essenziale ben definito, per poi permettere una riflessione che raggiunga certe conclusioni sull’offerta formativa in termini del successo formativo conseguito. Inoltre, rilevare e valutare richiedono una valutazione delle procedure impiegate per la rilevazione o la valutazione stessa: le finalità e le modalità scelte, le conclusioni raggiunte e l'utilità di tali procedure.

In risposta alla domanda di chi partecipa, si può dire che una rilevazione e una valutazione dovrebbero basarsi su una raccolta di dati che comprenda il punto di vista del maggiore numero possibile degli attori interessati. Abbiamo già constatato come sia fondamentale consultare, informare e coinvolgere tutti, a livello di criteri e modalità da impiegare, allo scopo di garantire il più possibile caratteristiche di rendicontabilità e trasparenza, validità e attendibilità di procedure e risultati. Per rendicontabilità e trasparenza si intende la chiarezza con cui si realizzano procedure - attraverso la scelta, la costruzione e l’applicazione di strumenti - che permettano la massima uguaglianza, standardizzazione e uniformità di operazioni da parte delle persone coinvolte. Per validità si intende la coerenza fra gli obiettivi posti, gli strumenti scelti e l’oggetto (gli apprendimenti) da mettere a fuoco. Per attendibilità, si intende il livello di omogeneità dei risultati che emergono quando essi vengono confrontati, in orizzontale fra competenze e gruppi diversi e in verticale attraverso la somministrazione pluriennale.

Come procedere per effettuare una rilevazione o una valutazione? Una volta scelte le competenze da mettere a fuoco, occorre individuare gli indicatori necessari per poterle rilevare o valutare. Gli indicatori sono dati capaci di fornire informazioni sullo stato e sull’evoluzione di determinati fenomeni. Per poter valutare competenze occorre raccogliere dati che permettano di riflettere sulla loro evoluzione. Questi dati sono da intendersi come comportamenti osservabili, legati a questa evoluzione, cioè, come indicatori di competenze che si sviluppano. Dunque, gli indicatori sono dati da interpretare, i quali ci danno informazioni sulle competenze che vogliamo promuovere. La competenza non è mai direttamente osservabile; possiamo solo accedere alla sua evoluzione attraverso gli indicatori. In genere, esistono tre tipi di indicatori che sono caratteristici di percorsi formativi volti a promuovere tutti i vari tipi di competenze previste: l’agire, il rappresentare e il verbalizzare.

Per agire si intende effettuare determinate operazioni per ottenere dei risultati. Nei percorsi formativi gli esempi dell’agire più comuni sono spostare/spostarsi, abbinare, raggruppare, seriare e scegliere, tutti effettuati in base a un determinato criterio. Per rappresentare si intende l’uso di un linguaggio grafico ( produzione di disegni, schemi, simboli, ecc.), un linguaggio corporeo (produzione di mimo, gesti, espressioni, ecc.) oppure sonoro (produzione di suoni, rumori, ecc.). Per verbalizzare si intende produrre il parlato e/o lo scritto in base a un determinato criterio per intervenire, dare risposte, completare, trasformare o produrre una parte o tutto di un certo tipo di testo, ecc.

Per ciascuna competenza si devono individuare indicatori particolarmente significativi, cioè ricchi di informazioni relative alla sua evoluzione. L’importante è raccogliere indicatori di diversi tipi, di modo che essi possano essere incrociati. Un solo tipo di indicatore non può mai considerarsi sufficiente per rilevare o valutare una competenza. Una rilevazione o valutazione globale degli apprendimenti, effettuata attraverso la raccolta di più indicatori, richiederebbe l’utilizzo di una gamma di strumenti diversi, scritti e orali, strutturati e non-strutturati. Allo stesso tempo, è evidente che ogni progetto di rilevazione o valutazione deve misurarsi con alcuni vincoli e variabili. I vincoli sono essenzialmente i costi, in termini di tempo impiegato e di risorse umane, materiali e finanziarie necessarie e disponibili, che inevitabilmente pongono dei limiti all’elaborazione e alla realizzazione del progetto. Le variabili consistono in scelte influenzate dal desiderio di ottenere livelli accettabili di rendicontabilità, trasparenza, validità e attendibilità nella metodologia proposta. Un progetto deve essere impostato di modo che si possa realizzare il maggiore equilibrio possibile fra vincoli e variabili e ciascun progetto può essere valutato in base alla sua capacità di dimostrarlo.

Un’altra questione riguarda il modo in cui la rilevazione o valutazione viene espressa. Entrambi dovrebbero collocarsi nell’ottica di ricercare la qualità degli apprendimenti in maniera sistematica. La qualità dei fenomeni (nel caso degli apprendimenti, le competenze) è determinata da caratteristiche, proprietà o condizioni di essi che servano a determinarne la natura e a distinguerli da altri fenomeni. Occorre mettere a fuoco competenze in modo da assegnare a essi un valore. Un valore è una caratteristica o proprietà di un prodotto a cui viene assegnato un determinato tipo di descrittore (numerico, letterale, discorsivo, ecc.). Quello che deve essere chiaro è che servono descrittori coerenti con il fenomeno scelto. Le competenze non possono essere descritte attraverso un numero, una lettera e neanche una parola come “ottimo”, “distinto”, “buono”, ecc. Richiedono una forma discorsiva che descrive il tipo e il livello di competenza raggiunto.

Infine vi è la questione di quando rilevare o valutare. In genere una rilevazione si effettua in certi momenti ritenuti stadi chiave durante lo svolgimento di percorsi formativi complessivi, spesso corrispondenti a determinate fasce di età. I momenti individuati dovrebbero comunque permettere di stabilire livelli di competenza che possono considerarsi standard caratteristici del sapere essenziale concordato. Una valutazione dovrebbe essere effettuata sia durante che alla fine di un determinato percorso. Se effettuata durante un percorso, si basa su una raccolta dati in itinere in modo da poter disporre di informazioni utili e attendibili che permettano un monitoraggio di processi e prodotti ed eventuali cambiamenti di rotta. Una valutazione effettuata dopo un percorso si basa sull'interpretazione di tutti i dati raccolti, in modo da trarre determinate conclusioni riguardo agli esiti ottenuti e alla validità del percorso nella sua globalità e permettere di migliorare la progettazione di percorsi successivi.

In conclusione, si può dire che sia la rilevazione che la valutazione rappresentano due aspetti di un’attività vitale per l’innalzamento della qualità del servizio scolastico e della promozione del successo formativo. Ciò che è fondamentale è che ogni progetto riesca a ispirare fiducia e guadagnare credibilità attraverso la sua capacità di fornire informazioni utili sulle competenze sviluppate dagli allievi. Se ben concepita e realizzata, con un approccio sistematico, inteso come una metodologia che comprenda modalità precise, applicate con regolarità a un campione distribuito in modo da essere adeguatamente rappresentativo dell’insieme in questione, una rilevazione può fornire informazioni utili su sistemi scolastici e i percorsi formativi che essi propongono. Ancora più importante è comunque il nesso imprescindibile fra autonomia progettuale, curricoli e valutazione. La valutazione deve permettere alla scuola e a ogni insegnante di comprendere appieno la validità e l’efficacia delle proprie scelte e la qualità della propria azione. Rilevazione e valutazione devono sostenere e promuovere, ma non dominare o monopolizzare, lo sviluppo del curricolo e il perseguimento delle sue finalità.