Centro Studi Gilda

 

Riforma in Francia.

Iter della riforma, proposta Thélot:

programma d’azione e struttura scolastica.

 di S. Gnech e M. Lo Sardo, dal Centro Studi della Gilda del 3/2/2004.

 

In Francia, per un anno intero, e per la precisione dal  novembre 2003 al dicembre 2004, è stato condotto un grande dibattito sull’avvenire della scuola, voluto dal Presidente della Repubblica e  preparato da un’analisi scientifica sullo stato della scuola svolta da quattro esperti fra i quali Norberto Bottani. Dalla diagnosi della situazione francese nel contesto europeo – con un’indagine, quindi, comparativa Francia-Europa -  sono emersi  i 22 punti da sottoporre a quello che è stato definito il “grande dibattito nazionale”  - che grande  è davvero stato per le modalità attivate e per il coinvolgimento effettuato. Basti pensare che il solo Forum ha visto la partecipazione di 40.000 persone.

All’analisi scientifica e al dibattito (sintetizzato nel rapporto: “Le miroir du débat”) ha fatto seguito l’insediamento di una Commissione composta da 50 membri e presieduta da Claude Thélot (già direttore del dipartimento della valutazione e dello sviluppo del Ministero dell’Educazione Nazionale e quindi presidente dell’Haut Conseil de l’évaluation de l’école) alla quale è stato dato l’incarico di tracciare le linee direttive per la loi d’orientation che, a  quasi vent’anni di distanza dalla Loi d’Orientation del 1989, dovrebbe disegnare la nuova scuola.

Il lavoro della commissione è esposto nel rapporto “Pour la réussite de tous les élèves”.

Di questo rapporto pubblichiamo una sintesi suddivisa in varie parti.

Ad essa farà seguito un commento, che necessariamente condurrà a riflessioni sulla riforma in atto nel nostro paese. Riforma che, va detto, ha preso l’avvio con ben diverse modalità e che,  ‘partita’ in modo concitato per rispettare comunque  un programma elettorale, sempre più ci appare come un gigante (o un nano?) d’argilla privo di ogni basamento. Sia esso teorico o semplicemente empirico.  Un gigante o un nano di cui si è persa la paternità e che cambia volto di giorno in giorno, di decreto in decreto…

 

GLI OTTO OBIETTIVI DEL PROGRAMMA D’AZIONE

Il titolo del rapporto della Commissione Thélot  “Per la riuscita di tutti gli alunni” riassume l’obiettivo centrale della proposta: la preoccupazione di far riuscire tutti gli alunni, ovvero di assicurare il successo formativo. Preoccupazione che risente di alcuni imperativi essenziali: inscrivere la scuola della nazione nell’orizzonte europeo, adattarsi all’incertezza sui bisogni futuri dell’economia e della società, realizzare la formazione lungo l’intero arco della vita.

Far riuscire tutti gli alunni in un contesto che detta questi imperativi significa:

1.      garantire a tutti gli allievi, nel percorso dell’obbligo, la padronanza dello zoccolo  comune (le socle commun des indispensables) e l’identificazione di un  personale percorso di riuscita.  Con l’espressione “zoccolo comune” si intende  quell’insieme di conoscenze, competenze e regole di comportamento indispensabili per la vita che la Nazione intende trasmettere ad ogni generazione. Le linee fondamentali di ciò devono essere dettate dal Parlamento, mentre spetta ad un’Autorità indipendente stabilire i contenuti specifici, cioè i programmi. Lo zoccolo comune delle conoscenze dovrebbe permettere di: leggere, scrivere, padroneggiare la lingua e la comunicazione, saper contare, conoscere le principali operazioni matematiche, sapersi esprimere (ivi compreso nell’inglese della comunicazione internazionale), saper usare il computer, saper vivere nello spazio della Repubblica. Allo scopo di far acquisire a tutti gli allievi lo zoccolo comune è necessario personalizzare gli apprendimenti e prevedere anche – laddove necessario – una formazione complementare. La diversificazione dell’insegnamento deve, in seguito, portare ogni allievo ad individuare il proprio personale percorso di riuscita, cioè permettergli di raggiungere il successo formativo;

2.      motivare gli allievi, nel liceo, definendo indirizzi più specifici e valorizzando meglio alcuni di essi.  E’ necessario che i licei (cioè le scuole secondarie di secondo grado,  triennali, di tipo generale e tecnico o professionale, chiamate tutte licei in Francia) abbiano delle finalità stabilite senza ambiguità, distinguendo: i percorsi professionali che preparano direttamente all’inserimento nel mondo del lavoro, i percorsi che preparano principalmente a studi superiori di breve durata, i percorsi che preparano a studi superiori di luna durata. La scelta deve essere effettuata fin dal primo anno. I licei dovranno prevedere diversi indirizzi, prevedendo un indirizzo per la promozione della salute e l’intervento sociale;

3.     aiutare gli allievi del collège (quadriennale, ma grosso modo corrispondente alla nostra scuola secondaria di 1° grado ) ad orientarsi e a costruire il proprio progetto. La scuola deve aiutare gli allievi a definire il proprio progetto di formazione al collège. Risultano necessari: un Consiglio per l’orientamento ed un dossier scolastico individualizzato (vedi: portfolio!).  Risulta necessaria comunque anche una definizione più flessibile dell’offerta regionale e locale di formazione. I cambiamenti di percorso dovrebbero comunque essere facilitati anche successivamente (per esempio: alla fine del primo anno di Liceo);

4.      favorire la mescolanza sociale. Poiché in Francia gli allievi sono assegnati alla scuola d’ufficio (vige la cosiddetta carte scolaire), è necessario prendere misure eccezionali per dare maggiori mezzi alle scuole che affrontano situazioni molto difficili, affinché ogni famiglia trovi nell’istituto della propria zona buone condizioni di studio;

5.     conferire alle scuole gli strumenti per educare ed istruire meglio.  Per raggiungere queste finalità dovrebbero essere creati nuovi organismi: un Consiglio della comunità educativa che coinvolga insegnanti, educatori, genitori ed alunni; nella scuola secondaria un Organo di direzione della vita educativa. Inoltre un Consiglio pedagogico e, nella scuola secondaria un organo di direzione degli studi. Spazi orari settimanali in cui gli allievi possano essere assistiti devono essere previsti in tutte le scuole. Le risorse devono essere distribuite sulla base delle caratteristiche degli allievi e dei progetti d’istituto; il tutto deve essere formalizzato in un contratto istituto-autorità accademica (articolazione del Ministero dell’Educazione Nazionale)-collettività. Devono essere previste valutazioni ed eventuali ‘pilotaggi’ delle scuole; devono essere creati nuovi istituti adeguati al primo grado di istruzione;

6.      ridefinire la professione dell’insegnante. Va prevista una presenza dei docenti a scuola molto più estesa  dell’attuale (retribuita e volontaria per i docenti in servizio, obbligatoria per i nuovi assunti).  Il servizio dell’insegnante deve configurare per il futuro compiti allargati: insegnare, assistere gli alunni, mantenere le relazioni con le famiglie, lavorare in équipe, ecc. Il ricorso a professionisti – esperti - provenienti da altri orizzonti deve essere preso sempre più in considerazione.  Devono essere rivisti: formazione iniziale, formazione continua, modalità di carriera;

7.      educare con i genitori.  L’educazione deve essere sempre più concertata con i genitori, prevedendo un percorso attivo di avvicinamento ai genitori lontani dalla scuola;

8.      formare in collaborazione con partners eletti, associazioni, imprese, servizi medici e sociali, polizia e giustizia.  La scuola deve attivare delle collaborazioni al servizio dell’educazione della gioventù. Collaborazioni finalizzate alla crescita della persona, del cittadino  e all’inserimento nella vita lavorativa.

 

LA NUOVA STRUTTURA DEL SISTEMA SCOLASTICO

Scuola dell’obbligo:

Nell’ordinamento scolastico attuale sono previsti 3 anni di scuola materna (da 3 a 6 anni ), 5 anni di scuola elementare (da 6 a 11 anni), 4 anni di college, divisi in due cicli, chiamati dell’osservazione e dell’orientamento. L’obbligo scolastico finisce con il primo anno della scuola secondaria superiore. La durata dell’obbligo è quindi di 10 anni (5+4+1).

Nella proposta Thélot si prevede la riorganizzazione della scolarità obbligatoria, divisa in tre cicli:

·         Le cycle d’apprentissage de base, ovvero il ciclo di apprendimento di base, è corrispondente all’ultimo anno della scuola materna e ai primi due anni delle elementari.

·         Le cycle d’approfondissement, ovvero ciclo di approfondimento, corrisponde al 3o, al 4o e 5o anno della scuola elementare e al 1o anno di collège.

·         Le cycle de diversification, ovvero il ciclo di differenziazione, corrisponde agli ultimi tre anni del collège. La conclusione dell’obbligo scolastico è posta al termine del collège, mantenendo inalterata  la durata dell’obbligo in quanto viene inserito l’ultimo anno della materna, ma anticipando la scelta del percorso superiore che viene effettuata a 14 anni.

·         Compito essenziale della scuola dell’obbligo è quello di fornire a tutti gli allievi le conoscenze indispensabili e le competenze fondamentali nonché promuovere l’acquisizione  di regole di comportamento per una civile e democratica convivenza. Dunque: istruire, educare alla vita comune e alla cittadinanza, infine, dare ad ognuno – attraverso la personalizzazione dei percorsi – la possibilità di riuscita conforme alle attitudini.

·         Sono ritenute conoscenze indispensabili: lingua francese e matematica.

·         Sono ritenute competenze fondamentali: lingua inglese della comunicazione e tecnologia della comunicazione e dell’informazione.

·         A tali discipline obbligatorie si affiancano insegnamenti complementari  adatti ai gusti e alle attitudini dell’allievo, per aiutarlo ad orientarsi e a riaffermare la motivazione allo studio.

 

PERCORSI PERSONALIZZATI E VALUTAZIONI “TRASPARENTI”

La personalizzazione del percorso investe la durata del percorso stesso. Alcuni allievi compieranno il percorso nei tempi “normali”, altri – più precoci – potranno accorciarlo di un anno, altri dovranno fare un anno in più. L’allungamento non dovrà necessariamente essere deciso alla fine del ciclo, ma anche all’interno dello stesso. Nel caso in cui si verifichino difficoltà nell’acquisizione dello zoccolo comune e l’età dell’allievo sconsigli un’ulteriore permanenza nel ciclo, dovranno essere attivati dispositivi individualizzati per il recupero.

Alla fine del collège l’allievo avrà un Brevet d’études fondamentales  che dovrà certificare la padronanza dello zoccolo comune e valutare il livello di acquisizione negli altri insegnamenti, siano essi comuni o a scelta. Il brevet si compone di due parti: un certificat de maitrise du socle (certificato di padronanza dello zoccolo comune) ed una validazione degli altri insegnamenti (derivante sia da prove svolte durante l’anno che da prove d’esame). Gli allievi positivi in tutto potranno proseguire gli studi a loro piacimento, mentre gli allievi che hanno soltanto il certificato di padronanza dello zoccolo comune potranno proseguire gli studi a condizione che abbiano validato altri insegnamenti corrispondenti al loro progetto di formazione.  Per gli allievi che non abbiano acquisito lo zoccolo comune verrà prevista una formazione “articolata con un’esperienza professionale” che completi la padronanza dello zoccolo comune  e conduca alla validazione adattata di un progetto professionale.

 

La scuola secondaria superiore

Nell’ordinamento attuale sono previsti due tipi di Liceo: quello professionale che rilascia diplomi utili per l’inserimento nel mondo del lavoro e quello d’insegnamento generale e tecnologico che rilascia diplomi spendibili anche per il proseguimento negli studi universitari.

Nella proposta Thelot, invece, si prevedono tre tipologie di percorsi : quello professionale che prepara all’inserimento nel mondo del lavoro; quello che prepara agli studi superiori brevi e l’ultimo che prepara agli studi superiori lunghi. Ogni percorso si suddivide, poi, in indirizzi specifici che puntino all’interesse e alla motivazione dell’alunno.

Per quanto riguarda i diplomi professionali, questi avranno una valenza più ampia rispetto agli attuali e saranno meno numerosi: questo per impedire che l’eccessiva specializzazione limiti la mobilità.

La riduzione del numero di tali diplomi dovrà essere fatta con il contributo delle imprese e delle commissioni professionali.

·         Orientamento. Non è più prevista la classe di orientamento e l’alunno deve scegliere  al primo anno di liceo perché si parte dal presupposto che già nel college siano potute emergere, in virtù della personalizzazione dei percorsi, le sue attitudini e preferenze. Tuttavia è previsto, come dicevamo, un Consiglio di orientamento, per fare sì che l’orientamento  nasca dall’equilibrio tra il progetto dell’allievo, della famiglia e quello dato dai risultati scolastici e dagli sbocchi di formazione offerti in sede locale e regionale.Un dossier scolastico, creato appositamente, comprenderà sia il progetto individualizzato dello studente sia i risultati conseguiti negli anni di formazione.

·         Integrazione sociale e pluralismo. La scuola deve sentire l’obbligo di favorire la mescolanza sociale e il pluralismo. A tale scopo, pur mantenendo la settorizzazione degli  Istituti pubblici, si mirerà ad aiutare quelli in evidente difficoltà ambientali, anche ricorrendo a procedure eccezionali come la creazione di équipes pedagogiche motivate e stabili, pratiche di insegnamento specifiche, collaborazione con il partneriato della scuola. Nelle situazioni più estreme si potrà arrivare, anche, alla chiusura degli istituti.

 

(segue) 

 

1. Questi i punti sui quali i francesi sono stati chiamati a pronunciarsi:

1)     Quali sono i valori della scuola repubblicana e come far sì che la società li riconosca?;

2)     Quali devono essere i compiti della scuola nell’epoca dell’Europa e per i decenni a venire?;

3)     A quale tipo d’eguaglianza deve tendere la scuola?;

4)     Bisogna distribuire altrimenti l’educazione tra giovinezza ed età adulta e coinvolgere di più il mondo del lavoro?;

5)     Quale zoccolo comune di conoscenze, di competenze e di regole di comportamento gli alunni dovrebbero soprattutto padroneggiare al termine di ciascuna tappa della scolarità obbligatoria);

6)     In che modo la scuola si deve adattare alla diversità degli alunni?;

7)     Come migliorare il riconoscimento e l’organizzazione del canale professionale?;

8)     Come motivare e far lavorare efficacemente gli alunni?;

9)     Quali devono essere le funzioni e le modalità della valutazione degli alunni, dei voti e degli esami?;

10) Come organizzare e migliorare l’orientamento degli alunni?;

11) Come preparare e organizzare l’ingresso all’istruzione superiore?;

12) Come i genitori e i partners esterni della scuola possono favorire la riuscita scolastica degli alunni?,

13) Come farsi carico degli alunni in grande difficoltà?;

14) Come scolarizzare gli alunni handicappati o affetti da gravi malattie?;

15) Come lottare efficacemente contro la violenza e le manifestazioni di inciviltà?;

16) Che relazioni stabilire tra i membri della comunità educativa, in particolare tra genitori ed insegnanti e tra genitori ed alunni?;

17) Come migliorare la qualità della vita degli alunni a scuola?;

18) Come, in materia di educazione, definire e ripartire i ruoli e le responsabilità rispettive dello Stato e delle collettività territoriali?;

19) Bisogna dare maggiore autonomia agli istituti e affiancare a ciò una loro valutazione?;

20) Come la scuola deve utilizzare al meglio le risorse di cui dispone?;

21) Bisogna ridefinire le professioni della scuola?;

22) Come formare, reclutare, valutare gli insegnanti ed organizzare meglio il percorso di carriera?