Diritto a Malattia e Congedi Parentali Le assenze per malattia rientrano tra quei diritti imprescindibili di cui possono godere in generale i dipendenti del settore pubblico e privato di Giancarlo Ranalli Dipendenti statali blog, giugno 2013 Nel pubblico impiego la normativa è abbastanza favorevole tant’è che un dipendente della pubblica amministrazione con contratto a tempo indeterminato può assentarsi dal servizio a seguito di eventi morbosi per almeno nove mesi percependo la retribuzione base e fondamentale per intero. Soltanto le voci accessorie sono oggetto di lieve decurtazione. Se si superano i novi mesi si ha una riduzione del dieci per cento della retribuzione base e fondamentale fino al dodicesimo mese di assenza e che sale al cinquanta per cento dl dodicesimo mese al diciottesimo mese. Ove mai l’assenza perdurasse per i successivi mesi si conserverà soltanto il posto di lavoro. Se poi le patologie sono quelle cosiddette “gravi” esse non rientrano nel comporto del computo per cui sono fuori dai centottantagiorni. L’assenza per malattia anche se dovuta a problemi seri di salute può essere sempre fiscalizzata. Oggi la competenza della visita fiscale è del responsabile del servizio, il quale ha la possibilità di fare delle obiettive valutazioni sulla opportunità o meno di fiscalizzare un dipendente verificando l’abitudinarietà o meno dello stesso ad assentarsi e considerando altresì che l’onere per il pagamento del controllo fiscale è a carico dell’azienda. Congedi parentali dipendenti statali I congedi parentali è un allargamento delle prerogative concesse al dipendente della pubblica amministrazione per potersi assentare dal lavoro a seguito di particolari eventi. Tra questi rientrano le assenze per malattie del bambino fino al terzo anno di vita, assenze per malattia del bambino fino all’ottavo anno di vita, il congedo biennale retribuito per i titolari di legge 104/92 con la connotazione di gravità, la maternità obbligatoria e quella facoltativa ecc ecc. Le assenze per malattia del bambino si possono usufruire per un mese all’anno fino al compimento del terzo anno di vita del bambino con retribuzione per intero per i successivi periodi la retribuzione è legata in particolare al possesso di determinati requisiti contributivi. Il congedo biennale retribuito può essere richiesto da quanti sono titolari di legge 104/92 con connotazione di gravità (ovviamente non dal titolare ma da chi lo assiste). La specificità di questo beneficio consiste nel fatto chela retribuzione percepita per l’intero arco dei due anni è intera e i contributi ai fini pensionistici sono versati regolarmente. Non vengono versati invece i contributi ai fini del TFS o TFR (se si vorrà percepire per i suddetti periodi la liquidazione bisogno pertanto riscattarli) , ne si maturano le ferie né si maturano i ratei relativi alla tredicesima mensilità. Il beneficio in argomento può essere richiesto e usufruito anche in maniera non continuativa. La riforme Fornero sulle pensioni aveva previsto anche una possibilità di accedere alla pensione con il vecchio trattamento pensionistico per quanti al 31/10/2011 si trovavano in congedo per il suddetto motivo ed avevano trentacinque anni di servizio. Un beneficio ahimè usufruito purtroppo da pochi. Maternità dipendenti pubblici Per quanto concerne la maternità obbligatoria c’è da dire che una costante giurisprudenza ne ha previsto la retribuibilità per intero ( quindi non più all’ottanta per cento ) come maldestramente si usava fare fino a poco tempo fa anche alla luce delle incertezze sulla normativa. Tuttavia uno dei danni prodotti dal decreto salva italia è stato quello che ha previsto al corresponsione del trenta per cento per tutte le assenze dal servizio legate alle astensioni facoltative. |