P a v o n e R i s o r s e

 

Islam a scuola. Note a margine.

di Aluisi Tosolini da Pavone Risorse del 10/3/2006

 

Ieri (9 marzo 2006) il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, è intervenuto su tema della libertà religiosa e sull’insegnamento della religione islamica nella scuole sostenendo alcune cose che dovrebbero di per sé risultare quanto meno ovvie, soprattutto se dette da un cardinale delle chiesa cattolica.

Ovvero:

a) che la libertà religiosa è un diritto fondamentale ed inalienabile di ogni uomo

b) che non si vedono motivi contrari all’insegnamento dell’Islam nelle scuole (come all’apertura di moschee)

c) che non è pensabile, in ambito religioso, utilizzare il principio di reciprocità; e ciò per un semplice motivo: è ovvio che se la libertà religiosa è un diritto universale e fondamentale di ogni uomo essa debba essere garantita ovunque e che quindi si debba lottare affinché ciò avvenga.

Ma è altrettanto ovvio che il fatto che altri non rispettino la libertà religiosa non può in alcun modo costituire il motivo per cui io non la rispetti. Fosse anche nei confronti di chi non la rispetta. Può sembrare un gioco di parole ma così non è. La reciprocità, benché ricercata, voluta e richiesta a gran voce e con grande impegno, non può costituire il parametro in base al quale riconoscere o meno un diritto fondamentale. Se lo diventa significa che quel diritto non è più fondamentale ed universale ma scade al rango di "concessione" costringendoci così ad una insanabile contraddizione.

La cosa che più mi ha stupito in questa vicenda, comunque, è la quantità di politici e/o intellettuali che sono sobbalzati sulla sedia e di corsa sono saliti sul pulpito ad insegnare al Cardinale stesso come debba essere interpretato il Cristianesimo. Come si debba difendere il Cristianesimo – trasformato per l’occasione in Civiltà Cristiana – dall’assedio delle altre religioni e, in particolare, dall’assedio di quel terribile mostro chiamato relativismo.

Non voglio entrare nel merito ma, da cristiano, vorrei solo suggerire a costoro una rilettura di qualche passo evangelico.
Non so se potrà servire per la loro vita politica. Di certo dovrebbe servire loro per capire di cosa si parla quando si parla di religione cristiana.
Ognuno è libero, ovviamente, di proporre qualsivoglia strategia o programma politico ma, per favore, senza tirare in mezzo il Vangelo.
Che dice ben altro, come segnala con rude chiarezza il testo che segue ripreso da Luca (6,27-42),.
Del resto, come dice Paolo, «
Noi annunciamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, follia per i Greci» (1 Cor. 1, 23). E pensando ai greci Paolo aveva in mente soprattutto i filosofi…

Ecco i testo di Luca.

Buona lettura.

"Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.

Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.