L'intervento

Il preside sindaco

Pasquale Almirante, La Sicilia 22.3.2015

Il preside sindaco? Uno sciroppo velenoso dal nome suadente e che se fosse stato solamente accennato da altri governi avrebbe suscitato rivolte. E infatti se ne parlò ai tempi di Gelmini, ma chiamandolo "manager" per bocca della vice ministra Valentina Aprea e si scatenò la bufera, mentre ora il nostro Davide Faraone, ministro dell'Istruzione in pectore, si vanta di averlo piazzato nella "buona scuola" del suo Matteo Renzi, che di "buono" ha solo l'obbligo, impostogli dalla Corte di giustizia europea, di sistemare, in un modo o nell'altro, 100mila precari (dei 150mila promessi e bloccando altri 200mila), creati ignominiosamente come un Frankenstein.

Di democratica sindacatura, tuttavia, questo renziano preside scolastico praticamente non ha nulla e se un docente non riga dritto lo può pure licenziare, come è avvenuto in una scuola di Treviso. E come sindaco di un feudo potrà pure chiamarsi i docenti che gli fanno comodo, attingendo da un albo distrettuale dove i 100mila ex precari per qualche anno saranno iscritti: ne valuterà i curriculum e le capacità professionali con un colloquio e poi si vedrà, nella speranza di riconoscerne lo squisito merito, benché non si specifichi di avvenenze, ammiccamenti, ruffianerie o perfino di lontane parentele, che fanno sempre comodo a qualche parlamentare. E come sindaco-manager potrà pure decidere chi premiare, con un incremento del 30% sullo stipendio, basandosi però su criteri stabiliti dal collegio dei docenti: ma se sono in molti a rientravi e i soldi insufficienti, distribuirà lui le spettanze. Un elemosiniere, insomma, e una novella figura di dirigente-dittatore a cui spetta anche il compito di scegliere le aziende, private o pubbliche, dove mandare i ragazzi a fare stage o alternanza scuola-lavoro, soprattutto ora che la "buona scuola" apre anche ai licei.

Tutto qui? Ma no! Potrà pure stabilire quando e come aggiornare gli insegnanti, come formulare le classi, definire la proposta di organico funzionale: posti comuni e di sostegno, compresi quelli in deroga, mentre potrà scegliersi gli assessori e i suoi vice, assieme alle materie per implementare meglio l'offerta formativa. Di contro, però, sarebbero soggetti a valutazione sulla base dei risultati didattici, economici e gestionali raggiunti e ogni tre anni si tirerà la somma, forse. Di certo c'è però che il sindaco viene eletto dai cittadini nei Comuni, nella scuola c'è solo il dirigente, nominato per concorso, quando è un "buon" concorso come non lo è questa "buona scuola".