I promessi sposi? Proibiteli di Carlotta De Leo, Corriere Scuola di vita 24.3.2015 Il fascino del proibito, di quei libri messi all’indice perché «troppo scabrosi» o «informali, cialtroni, svaccati» per dirla alla Pennac. La censura può essere un invito alla lettura soprattutto per i più giovani? Ne è convinto il premier Matteo Renzi, che ieri parlando agli studenti della Luiss ha detto: «I Promessi Sposi andrebbero proibiti per legge, perché una volta proibiti sono affascinanti, e si rivelano essere un capolavoro assoluto». A dir la verità, l’affermazione di Renzi segue le provocazioni di numerosi intellettuali. Parlando sempre del romanzo di Manzoni, Umberto Eco consigliò agli studenti: «Leggetelo di nascosto, sotto il banco, come fosse un libro proibito». Non c’è dubbio che le interpretazioni critiche, le note a piè di pagina, la lettura in funzione di un’interrogazione appesantiscano le righe «risciacquate in Arno» a fino al punto, a volte, di rendere indigesto anche un capolavoro. È un po’ quello che accade alla Divina Commedia di Dante che ripresa in mano da adulti acquista un nuovo fascino. E così avviene anche per la storia dell’amore contrastato di Renzo e Lucia che Manzoni ambientò alla fine del Seicento e con cui denunciò i mali della società di allora e di oggi. Ma siamo sicuri che basti semplicemente proibire un testo per trasformarlo magicamente in «invitante»? Per farli amare dai ragazzi basterà rendere inaccessibili testi come La Gerusalemme liberata di Tasso, L’Orlando furioso di Ariosto, Mastro Don Gesualdo di Verga, l’Ulisse di Joyce, Le memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar e persino Il vecchio e il mare di Hemingway? I giovani di oggi non si fanno fregare facilmente, e un onesto consiglio di lettura può valere più di un qualunque trabocchetto. Forse è meglio seguire quello che dice Daniel Pennac. Lo scrittore francese, nel suo saggio Come un romanzo, propone dieci consigli per giovani disaffezionali e genitori/professori sull’orlo di una crisi di nervi. Una sorta di manifesto dei diritti dei lettori in cui si riconosce il diritto di non leggere, quello di saltare le pagine e persino quello di non finire un libro. Ma soprattutto, il diritto di leggere qualsiasi cosa, da I promessi sposi ai bestseller dei giorni nostri, proibiti o no che siano. |