LA RIFORMA

Scuola, più poteri ai presidi
«Si sceglieranno la squadra»

Ieri l’incontro Giannini-Renzi per mettere a punto il testo da presentare alle Camere. Il premier punta sui capi d’istituto per rafforzare l’autonomia

di Claudia Voltattorni,  Il Corriere della Sera scuola 11.3.2015

ROMA Nessun decreto. Sulla Buona scuola il governo conferma la strada del disegno di legge, cioè sarà il Parlamento a decidere su assunzioni, maggiore autonomia dei presidi, stipendi dei prof legati al merito per il 70 per cento, materie da aggiungere o rinforzare. Dopo quasi due ore di incontro a Palazzo Chigi, ieri sera il premier Matteo Renzi e la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini hanno rivisto il testo che domani pomeriggio il Consiglio dei ministri dovrà licenziare e poi inviare alle Camere. E hanno deciso di andare avanti sulla linea decisa la settimana scorsa, evitando la decretazione d’urgenza, che però non viene ancora del tutto esclusa nel caso in cui i tempi si allungassero troppo (l’iter parlamentare partirebbe dopo il 17 marzo e l’esecutivo vorrebbe concluderlo per il 15 aprile). 

Il nodo dei precari da assumere rimane il punto chiave di tutto il ddl. «Sarà data una risposta importante al precariato» è stato detto alla fine dell’incontro. Tra Graduatorie a esaurimento, seconda fascia e vincitori del concorso 2012, le immissioni in ruolo potrebbero arrivare a 100 mila, di cui almeno la metà dal primo settembre 2015, il resto nel 2016. Ma il Miur intanto ha avviato le procedure per la quantificazione degli organici del prossimo anno - le scuole sapranno entro il 31 marzo quanti professori avranno a disposizione - e, per ora, sono stati confermati i numeri dello scorso anno. Non sono escluse perciò delle «nomine giuridiche», con precari al lavoro dal primo settembre 2015 ma assunti dal 2016.

Per quanto riguarda il testo della Buona scuola, Renzi ha voluto alcuni aggiustamenti per rafforzare l’autonomia «strumento del merito e chiave per aprire la scuola al territorio e di pomeriggio». L’idea del premier è puntare sui presidi che, grazie ad un’autonomia sempre maggiore, possono «farsi la propria squadra», scegliendo i professori in base al progetto formativo della propria scuola. Idea bocciata da tutti i sindacati che dal 20 marzo sono in mobilitazione con una sorta di sciopero bianco. I precari sciopereranno il 17 marzo. 
E ieri l’Unione degli Studenti, chiedendo il ritiro del ddl, ha presentato «L’altra scuola»: progetto in sette punti che va dal diritto allo studio all’abolizione della bocciatura, dallo stop ai voti all’obbligo scolastico fino ai diciotto anni, e poi l’alternanza scuola-lavoro «finanziata e qualificata» e l’eliminazione della divisione tra scuola elementare e media. Domani scenderanno nelle principali piazze d’Italia per una giornata di mobilitazione nazionale.