Distacchi e permessi sindacali
dipendono dal voto delle RSU

 TuttoscuolaNews, n. 677  9.3.2015

Il voto per il rinnovo delle RSU non rappresenta soltanto l’immagine del consenso che il personale scolastico conferisce ai sindacati, ma è anche il mezzo per conferire loro la rappresentatività della categoria nella contrattazione.

Il voto concorre al 50% a determinare la rappresentatività, mentre il restante 50% viene dalla forza degli iscritti (rilevabili dal numero delle deleghe per la ritenuta sullo stipendio).

La media percentuale delle deleghe e dei voti per le RSU determina un percentuale media che se è almeno del 5% conferisce ufficialmente la rappresentatività.

Come si può rilevare dalla tabella ufficiale dell’ARAN per il triennio 2013-15, riportata integralmente sul sito di Tuttoscuola (http://www.tuttoscuola.com), e comprensiva di circa 90 sigle sindacali presenti nel comparto scuola, è la Flc-Cgil ad avere il tasso più elevato di rappresentatività con il 28,29%, seguita dalla Cisl-scuola con il 26,42%.

Seguono lo Snals, l’Uil-scuola e la Gilda.

Cobas scuola e Anief risultano al di sotto del limite minimo del 5% rispettivamente con l’1,61% e l’1,41%. In particolare l’Anief, il sindacato che, grazie al possibile consenso elettorale dei precari, aspira a raggiungere il 5% per essere riconosciuto a pieno titolo come sindacato rappresentativo, contava sull’1,58% di deleghe e l’1,24% di voti (9.632).

La rappresentatività costituisce anche il principale mezzo di sopravvivenza del sindacato, perché, proprio in base al tasso ottenuto, i sindacati si ripartiscono i 340 distacchi e i permessi sindacali.

I distacchi fino all’anno scorso erano 681, ma sono stati dimezzati dalla riforma della PA, il che crea verosimilmente maggiore tensione sul voto per le RSU.