LA RIFORMA

Matematica e geografia, addio!
La Finlandia cancella le materie

Nelle scuole s’insegnerà per «grandi temi» trasversali a diverse discipline non più per singoli soggetti. «Così i ragazzi possono imparare a risolvere i problemi»

di Emanuela Di Pasqua,  Il Corriere della Sera scuola 24.3.2015

«Teaching by subject» o «teaching by topic»? Insegnare per materie o per argomenti? Questo è il dilemma della Finlandia, che alla fine ha optato per la seconda opzione come dimostrano alcune esperienze pionieristiche, tra le quali quella della Siltamaki primary school di Helsinki, destinate ad espandersi. Del resto non si impara la matematica per risolvere problemi, ma si incontrano problemi (di varia natura) che ci inducono a imparare la matematica. Insomma, prima si incontrano le questioni e poi si risolvono, si osservano, si studiano seguendo vari metodi.

Prospettiva rovesciata
La Finlandia, con le performance matematiche dei suoi studenti in vetta alle classifiche, aveva già intuito in questo campo che forse i criteri andrebbero rovesciati. Tanto che l’insegnamento della matematica avviene da tempo molto precocemente rispetto agli altri Paesi e partendo da presupposti rovesciati. Ora però questa nazione sovverte completamente tutti i parametri, rovescia le prospettive di insegnamento, abolisce le vecchie materie e introduce gli argomenti, estendendo il metodo di insegnamento alla geografia, alla storia e alle lingue. «Una grandissima sfida per l’istruzione finlandese», l’ha definita Liisa Pohjolainen, a capo delle politiche di istruzione del Paese. Il tutto condito da un approccio ludico, da lezioni meno frontali e da un ambiente cooperativo: tutti ingredienti imprescindibili per abbracciare una rivoluzione che introduce un modo nuovo di pensare e che richiede una testa ben fatta, parafrasando Edgar Morin, che è diversa da una testa piena.

Argomenti contro materie
Oltre il concetto di interdisciplinarietà, oltre alla logica dei collegamenti tra materie, oltre ogni vecchio schema di scuola, dove le varie protagoniste indiscusse del calendario della settimana sono sempre state le materie. In Finlandia si gira pagina e ancora una volta questa nazione che, insieme ad alcune nazioni dell’Estremo Oriente, ha saputo assumere in pochi anni la leadership dei sistemi scolastici di tutto il mondo, si trova a trainare una vera e propria rivoluzione del concetto stesso di scuola. In questo Paese che vanta una delle migliori scuole al mondo infatti spariranno le materie come scienze, matematica o letteratura, e saranno sostituite dai grandi temi che verranno a loro volta analizzati attraverso un approccio multiplo. Prima la questione, il tema caldo, l’argomento. E poi il suo studio attraverso varie lenti e differenti approcci. Un esempio? L’Unione Europea. Questa sarà l’erede di una materia che prima poteva essere di volta in volta la storia, la geografia, il diritto o l’economia. Oppure l’argomento «Servizi di mensa» potrebbe essere la grande categoria, che prevede poi elementi di medicina e dietologia, lingue, cultura eno-gastronomica, geografia e persino matematica. Cambierà insomma completamente il criterio di classificazione che partirà dall’argomento, protagonista della lezione, per arrivare agli approcci con cui studiarlo (e non viceversa), sovvertendo completamente il paradigma di catalogazione.

Eccellenza mondiale
Quarant’anni fa il sistema scolastico finlandese era mediocre, modellato su quello tedesco, e contemplava una breve scuola primaria alla fine della quale pochi andavano al liceo-ginnasio, la maggioranza andava a lavorare e una piccola parte poteva ricevere una formazione professionale di un paio d’anni. Nel 1972 si decise di riformare totalmente il sistema scolastico adottando il modello scandinavo che prevede un modello a due livelli: una scuola di base unica, di nove anni, e un insegnamento secondario superiore corto di tre anni. L’indagine PISA da anni giudica i giovani studenti finlandesi tra i migliori al mondo e i motivi non sono solo imputabili alla riforma scolastica, ma a una pluralità di fattori: nel dopoguerra la Finlandia ha optato per una conversione profonda, trasformando in pochi anni la sua struttura industriale e produttiva in una struttura imperniata sugli investimenti nel settore della conoscenza e la trasformazione è stata radicale. Inoltre con i suoi 5 milioni abbondanti di abitanti questa nazione è riuscita a pilotare la politica scolastica con maggiore sensibilità, a fronte dei suoi numeri certamente ridotti. Infine gli insegnanti sono formati con grande professionalità e passano attraverso un iter ambizioso e lungo, mentre la vecchia guardia è ormai andata in pensione.

Il segreto del successo: tre libri al mese
Oggi le scuole finlandesi accolgono gli studenti in ambienti confortevoli e studiati, con colori differenti per ciascun piano, tendaggio abbinato e kit di pulizia in ogni classe. Ma la verità è che in Finlandia esiste una cultura della scuola tale per cui insegnare è un mestiere prestigioso, a prescindere dallo stipendio, e la scuola viene percepita dall’opinione pubblica come una materia, anzi un argomento, molto serio. Tanto che le «finnish lessons», come le ha battezzate il professore all’Università di Harvard Pasi Sahlberg, sono diventate un modello da studiare e imitare. E poi c’è una società pronta ad affrontare una scuola evoluta, aperta e innovativa, grazie a quei 5 milioni e passa di abitanti, tra i quali quasi quattro milioni sono lettori che leggono circa tre libri al mese.