È così utopico pensare che la spesa per istruzione e formazione si attesti al 6% del PIL?

 ReteScuole 5.1.2015

Reginaldo Palermo in suo recente articolo afferma:

“Peraltro trovo ancor più illusorie e utopistiche le “proposte” di coloro che hanno deciso di mettersi di traverso contro il piano Renzi contrapponendo la LIP (legge di iniziativa popolare) alla Buona Scuola.
Intendiamoci: chi fa opposizione ha il diritto di ricorrere a tutti gli strumenti del caso ma deve anche rispettare le regole del gioco: la LIP è una proposta interessante (classi di 20 alunni, obbligo scolastico dall’infanzia fino a 18 anni di età, generalizzazione del tempo pieno nella primaria, e così via…); peccato che per realizzarla ci vogliano, a fare un conto approssimativo e sicuramente per difetto, 8-10 miliardi di euro (Ndr: guarda caso proprio quelli tagliati dalla Gelmini); in altre parole bisognerebbe aumentare la spesa per l’istruzione di un buon 15-20% cento.”

Proviamo a recuperare qualche dato dalla rete:

Come appare dalla tabella L’Italia è quintultima. Il premio “Utopista fuori dalla realtà” se lo aggiudica la Danimarca e il nord Europa ma anche Francia, Belgio, Portogallo e la piccola Cipro non scherzano.
Anche la media europea è sul 6%, quindi di cosa stiamo parlando?

Che dire, forse più che utopia non è meglio definirla scelta di priorità politica? L’accusa di irrealismo era un’arma spuntata già quando la LIP fu presentata e lo è ancora di più oggi, nel mezzo della grande crisi.