Il segreto tedesco è la collaborazione tra scuola, di Attilio Oliva*, Il Sole 24 Ore 23.1.2015 L’associazione TreeLLLe e la Fondazione Rocca hanno presentato una nuova ricerca sul modello educativo tedesco e hanno formulato delle proposte per l'Italia. Perché questa ricerca? Perché negli ultimi anni la Germania viene sempre più frequentemente additata come modello, come esempio di successo, ed è giusto guardare ai paesi che realizzano meglio l’equità sociale, lo sviluppo scientifico ed economico per trarne indicazioni utili.
Non si tratta di un confronto a tutto campo ma di un’enucleazione dei principali elementi di differenziazione del modello tedesco rispetto al nostro, che sono proprio i tre indicati dal titolo della ricerca “Educare alla cittadinanza, al lavoro e all'innovazione”.
In concreto per quanto riguarda l’educazione dei giovani ai valori della cittadinanza, la ricerca evidenzia che grande è stato l'impegno dello Stato federale, di quelli regionali, della scuola, delle fondazioni politiche e di quelle private; gli investimenti in attività e pubblicazioni specifiche sono stimati attorno ai 300 milioni l’anno.
Per quanto riguarda il rapporto educazione-lavoro è ben noto il sistema duale tedesco per cui gran parte dei giovani lavora in formazione/apprendistato (70% del tempo passato in imprese “formative” e 30% a scuola).
Infine riguardo all’educazione all’innovazione, la caratteristica vincente del modello tedesco è la sua capacità di trasferire al sistema produttivo i risultati della ricerca scientifica condotta dalle università ma anche dai numerosi centri non universitari di ricerca applicata (Fraunhofer etc.). Dai confronti degli indicatori l’Italia non esce bene, ma bisogna tener conto che i dati italiani sono dati medi tra regioni con livelli di sviluppo ancora molto differenti tra loro: il Centro-Nord con dati senz’altro “europei” e il Sud più lontano dall'Europa. Ciò nonostante l’Italia è pur sempre uno dei Paesi più avanzati del mondo e tante sono le realtà di eccellenza, ma abbiamo difficoltà a portarle a sistema. Certamente non è favorevole un sistema a bassa decisionalità politica, imbrigliato da una burocrazia soffocante, da una giustizia lentissima, da eccessive rigidità sul lavoro eccetera. Ma di recente il Governo, anche per il forte scontento popolare, è animato da un forte spirito riformatore mirato proprio ad affrontare proprio gli elementi critici sopra citati.
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