Stesso rendimento ma voti più alti:
è l’inflazione di cui soffrono i college Usa
di Nicola Barone, Il Sole 24 Ore
15.1.2015
Nel sistema di istruzione superiore degli Stati Uniti la curva all’insù dei voti registrati dal complesso degli studenti non si ferma. Ma non perché gli studenti siano diventati tutt’assieme particolarmente brillanti. In realtà, molti di loro non meritano i punteggi entusiasmanti che stanno ottenendo. Ciò a cui devono dire grazie è a un tipo speciale di inflazione con il quale la rivista The Atlantic ha aperto il dibattito tra gli specialisti.
Laureati meno alfabetizzati
Secondo il magazine americano il fenomeno è in rapida diffusione negli istituti di istruzione superiore di tutto il Paese. Nonostante il rendimento scolastico risulti stagnante un numero maggiore di allievi rispetto al passato riceve una valutazione più elevata di quanto dovrebbe. Il trend sta sollevando questioni etiche e segna un’inversione radicale se messo in rapporto con i decenni addietro, quando il problema opposto colpì parecchie scuole. «Gli studenti non stanno diventando più intelligenti» dice Stuart Rojstaczer , scrittore ed ex professore di scienze che si autodefinisce una sorta di zar in merito. «Non stanno studiando più. Quando si laureano sono meno alfabetizzati. Non c’è alcuna evidenza che l’aumento dei voti a livello nazionale sia correlato a una crescita delle prestazioni o del grado di realizzazione».
In gioco la realizzazione degli allievi
Sul sito web di Rojstaczer è disponibile una graduatoria che aggrega i dati di 230 università americane. E queste rilevazioni sembrerebbero confermare la tendenza per la quale il tasso di crescita ha cominciato la sua progressione a partire dalla guerra del Vietnam. La media dei risultati nel 2006 si mostra in effetti molto più alta a confronto con il 1930, secondo uno studio di più di 160 college e università pubblicata nel Teachers College Record. Rojstaczer ha cofirmato l’analisi con Christopher Healy, docente di informatica alla Furman University, secondo cui l’inflazione ha come limite la mancata realizzazione degli studenti. «Se a tutti si dà una A, la gente potrebbe non prenderlo sul serio o chi lo fa rischia di trarne un’impressione sbagliata», spiega Healy. «Quando gli studenti ottengono un
punteggio stanno ricevendo un feedback su quanto hanno fatto bene nei loro corsi e se hanno messo pari quantità di sforzo in ciascuno. Quando ricevono voti più alti in alcune materie logicamente capiscono che sono bravi in certe cose. Non c’è in generale la consapevolezza di aver preso un voto non appropriato».