Cellulari in classe,
New York vara la fine del proibizionismo
Il sindaco De Blasio: “I genitori devono poter contattare i figli”. Ma i presidi non sono d’accordo
Paolo Mastrolilli La Stampa 9.1.2015
NEW YORK
I telefoni cellulari tornano nelle scuole di New York, ma non tutti sono contenti. E le distrazioni che offrono sono quasi l’ultimo dei problemi. Già durante la campagna elettorale il sindaco Bill de Blasio aveva criticato il divieto, imposto dal suo predecessore Michael Bloomberg. Secondo de Blasio i genitori dovevano avere la possibilità di restare in contatto con i loro ragazzi, e lui stesso aveva ammesso che suo figlio Dante violava la regola, portando di nascosto il proprio cellulare nelle classi della Brooklyn Technical High School.
Secondo Bloomberg i telefoni erano un problema, perché oltre alle distrazioni generavano una serie di guai, dal loro uso per copiare, fino a quello per organizzare risse. Il divieto però era stato applicato in maniera non omogenea. Nelle scuole più difficili, quelle dove si entra passando attraverso il metal detector, i cellulari venivano sempre bloccati all’ingresso, al punto che fuori era fiorito il business di camioncini che per un dollaro al giorno consentivano agli studenti di parcheggiare i loro apparecchi fino all’uscita. In quelle più tranquille, invece, non era difficile nascondere il telefonino e farlo entrare, e in alcuni casi gli insegnanti accettavano apertamente di tollerarlo, a patto di non vederlo.
Nuovo corso da marzo
Carmen Farina, il New York Schools Chancellor, ha scritto sul Daily News che dal 2 marzo il divieto verrà eliminato, per due motivi. Primo, il rispetto delle esigenze dei genitori: «E’ critico che le nostre famiglie stiano in contatto con i loro figli, prima e dopo la scuola». Secondo, le opportunità didattiche offerte dai cellulari: «Ci sono reali benefici per l’istruzione, incorporando questi oggetti nelle nostre aule. In tutto il Paese, gli insegnanti ormai li usano per superare le barriere linguistiche nelle classi multiculturali, incoraggiare la partecipazione, e ricavare dati sulla comprensione da parte degli studenti dei concetti chiave. Stanno insegnando ai ragazzi come usare la tecnologia in maniera sicura e responsabile, e diventare buoni cittadini digitali».
I contrari
Parecchi presidi, però, non hanno preso bene la decisione. Secondo loro, soprattutto quelli delle scuole più difficili, le distrazioni o il rischio di copiature sono il problema minore. I cellulari, infatti, possono essere usati per organizzare risse, chiamando gli amici a partecipare. Possono scattare foto o riprendere video inappropriati, o magari incitare i ragazzi a scegliere comportamenti inadeguati, proprio per riprenderli e diffonderli in rete. Per non parlare poi dei possibili furti, o delle discriminazioni che nascono fra chi ha il telefono, chi non se lo può permettere, e quale tipo viene sfoggiato.
Regole per l’uso
Per rimediare a questi problemi, la Commissaria Farina ha lasciato ai presidi la libertà di stabilire le regole per l’uso. E’ possibile limitarlo ai momenti di intervallo e ricreazione, e consentirlo o meno come supporto didattico. Alcuni potranno stabilire che i cellulari vanno messi in depositi specifici, oppure tenuti nascosti negli zaini. Nessuno, però, potrà impedire ad uno studente di chiamare o essere chiamato dalla sua famiglia prima, durante e dopo le elezioni.
Queste regole già promettono di provocare polemiche, se non altro per la diversità con cui verranno applicate nelle varie scuole della città. Da una parte, però, la pressione dei genitori stava salendo, mentre dall’altra l’efficacia del bando era sempre più incerta. Alla fine de Blasio ha scelto di rassegnarsi alla realtà e togliere il divieto.