Sulla scuola, il Governo gioca Lucio Ficara, La Tecnica della Scuola 27.2.2015
In altre parole il Governo sta prendendo tempo per riorganizzarsi e trovare una strategia adeguata. Perchè i problemi sul tappeto sono davvero tanti e ogni giorno emerge una nuova questione da affrontare Le decisioni e le rivelazioni sui contenuti del decreto legge sulla scuola si attendevano già per domenica 22 febbraio e nulla è stato detto, poi si attendevano ufficialmente per il 27 febbraio , ed anche questo appuntamento è stata un’occasione mancata, adesso si dovrà attendere il 3 marzo. Sono in molti a pensare che al Miur la confusione regna sovrana e che i calcoli non tornano. Ma cosa sarà successo di così grave per rinviare quello che sembrava un decreto bello e pronto? C’è chi dice, autorevolmente e all’interno dello stesso Miur, che le cifre dei 150 mila docenti da immettere in ruolo già al primo settembre 2015 si sono decisamente ridimensionate e non saranno smaltite in un’unica tornata. Spunta anche l’ipotesi della dilazione di una parte di tali immissioni in ruolo al settembre 2016. Staremo a vedere come stanno davvero le cose, anche se sembra vero simile questa ultima ipotesi. Sui criteri delle prossime immissioni in ruolo c’è molta attenzione da parte dei precari, che temono di essere fregati da decisioni cervellotiche. Le domande che corrono sono tante ed anche interessantissime. Per esempio chi è avanti in una graduatoria delle Gae, ma non ha le condizioni dei famosi 36 mesi di servizio, rischia di essere scavalcato da chi ha tali condizioni ma si trova fuori dalle Gae? E chi attende nelle graduatorie del concorso 2012 di entrare in ruolo, avrà il 50% dei posti per entrare in ruolo o dovrà stare fermo per un turno o anche per sempre? Che fine faranno gli abilitati con i Tfa e i pas, potranno entrare in ruolo con questa infornata o dovranno attendere i prossimi concorsi? La confusione è tanta e mentre i precari soffrono questa situazione d’incertezza, temendo che la fregatura è dietro l’angolo, il Governo lancia la palla in tribuna e prende tempo per capire come dovrà agire. Il timore è che qualunque decisione venga presa, i ricorsi fioccheranno numerosi e gli avvocati avranno tanto da lavorare.
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