Crollano le nascite in Italia: Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 13.2.2015
Il 2014 segna un record: lo scorso anno le nascita in Italia sono state 509 mila cinquemila in meno rispetto al 2013, il livello minimo dall’Unità d’Italia, mentre i morti sono 597 mila, circa quattromila in meno dell’anno precedente Il numero medio di figli per donna è pari a 1,39, come nel 2013. Si tratta di un dato ancora inferiore rispetto a quella europea di 1,58, registrata nel 2012 . Con 1,46 figli per donna il Nord Italia è la ripartizione con la più alta fecondità, seguito dal Centro (1,36) e dal Mezzogiorno (1,32). In alcune realtà meridionali come Molise, Basilicata e Sardegna non si raggiunge, ormai da tempo, il livello di 1,2 figli per donna. Con un tasso pari al 9,9 per mille, il Trentino-Alto Adige detiene il primato di natalità nel Paese, precedendo la Campania con l’8,9 per mille. Le regioni col più basso livello di natalità sono la Liguria (6,9), la Sardegna (7,1), il Molise (7,2) e la Basilicata (7,3). Oltre alla bassa natalità, alla Liguria compete anche il più alto tasso di mortalità (13,2 per mille). Le nascite calano sia da madri sia italiane sia straniere, con le prime che nel 2014 procreano 1,31 figli contro 1,97 delle seconde. Un significativo calo della mortalità ha determinato, spiega l'Istituto di statistica, un ulteriore aumento della speranza di vita alla nascita , giunta a 80,2 anni per gli uomini e a 84,9 anni per le donne. Nel 2014 la popolazione residente italiana ha visto una crescita dello 0,4 per mille, il più basso degli ultimi dieci anni. In termini assoluti, l’incremento è pari ad appena 26 mila unità in più, il che determina una popolazione totale di 60 milioni 808 mila residenti. Da un decennio, fa notare l'Istat, si rileva regolarmente una riduzione della popolazione di cittadinanza italiana, scesa a 55,7 milioni di residenti. La perdita netta rispetto all’anno precedente è pari a 125 mila residenti. Al 1 gennaio 2015, l’età media della popolazione ha raggiunto i 44,4 anni. La popolazione per grandi classi di età è così distribuita: 13,8% fino a 14 anni di età, 64,4% da 15 a 64 anni, 21,7%da 65 anni in su. E se questo è l’andamento, significa pure che si ridurranno, fra qualche anno, gli alunni.
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