Scuola, protesta dei docenti.
E la riforma stagna in Commissione

10 giorni di astensione dei docenti su tutte le “attività aggiuntive”. L’agitazione si concluderà con una manifestazione, il 18 aprile, a Roma. E la riforma? 20 giorni dopo è ferma alle audizioni in Commissione.

 International Business Times, 4.4.2015

La protesta di dieci giorni (dal 9 al 18 aprile) del personale “docente ed educativo vedrà l'astensione delle attività aggiuntive oltre l'orario obbligatorio retribuite con il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa…dalle ore aggiuntive per l'attuazione de progetti e degli incarichi di coordinatore retribuite con il Mof…dalla sostituzione e dalla collaborazione con il dirigente scolastico e di ogni altro incarico aggiuntivo…dalle ore aggiuntive prestate per l'attuazione dei corsi di recupero…dalle attività complementari di educazione fisica e avviamento alla pratica sportiva”.

Lo sciopero arriva mentre, nonostante annunci e rassicurazioni del governo (ultima in ordine di tempo il ministro Stefania Giannini), la riforma cosiddetta La Buona Scuola procede molto a rilento nel suo iter parlamentare. Il testo, tra le altre cose, dovrebbe garantire la stabilizzazione di 100.701 precari entro settembre.

Sono in corso da martedì scorso, 31 marzo, le audizioni delle associazioni di categoria in Commissione Cultura alla Camera. Calendarizzate fin qui fino al 7 aprile. Il problema è che il DDL licenziato dal CDM del 12 marzo ha perso quasi venti giorni di tempo nel passaggio da Palazzo Chigi.

Sono state buttate via altre tre settimane preziose: i precari della scuola, per avere chance di essere assunti entro l’inizio del prossimo anno scolastico, devono incrociare le dita e sperare che le due letture (Camera e Senato) si concludano entro la fine di maggio, per dare tempo alla burocrazia di svolgere i propri compiti, completando tutte le procedure di assegnazione.

Va ricordato che l’attuale situazione è figlia delle scelte dell’esecutivo che, dopo aver parlato per settimane di decreto, ha deciso prima di ridimensionare le promesse (stabilizzazioni ridotte da 148 a 100mila) e poi di affidare tutto al Parlamento, che ha tempi di approvazione molto più lunghi.

La dieci giorni di sciopero annunciata dai sindacati si chiuderà il 18 aprile con una manifestazione a Roma contro il DDL del governo. Dal piano assunzioni restano fuori 23mila precari della Scuola dell’Infanzia e circa 8mila idonei del concorso. Nel mirino delle critiche anche il nuovo ruolo affidato ai presidi dalla legge. “Vogliamo un dirigente autorevole e non autoritario, che aiuti lo sviluppo della scuola – spiegava la scorsa settimana al Corriere Achille Massenti, segretario generale vicario Snals-Confsal - Serve un bilanciamento dei poteri tra preside, Collegio docenti e Consiglio d’istituto”.