E' nella parola 'idonei' la ragione Tuttoscuola, 3.4.2015 Restando al tema degli iscritti nelle graduatorie di concorso di merito, vorremmo approfondire la questione del dualismo terminologico tra vincitori e idonei, che sembra animare il dibattito giornalistico e politico, ma che purtroppo non ha riscontri nella normativa primaria di riferimento. Si comincia a parlare di vincitori e di idonei nella riforma della scuola con le Linee Guida sulla Buona Scuola del 3 settembre 2014 per includerli nel piano assunzionale straordinario. A pagina 16, sono definiti come ‘cosiddetti’ idonei, sebbene il Testo Unico dell’Istruzione (Decreto legislativo 16.04.1994 n. 297) parli sempre e solo di graduatorie di merito o di concorso e mai di vincitori e idonei (dizione che invece è utilizzata per le altre amministrazioni). La normativa generale sui concorsi pubblici infatti prevede solo vincitori, e il Decreto D’Alia ha previsto lo scorrimento delle graduatorie (degli idonei in senso proprio) prima di potere nuovamente bandire un concorso. Il Testo Unico dell’Istruzione invece dispone lo scorrimento delle graduatorie per un periodo minimo di tre anni (prima di potere bandire un nuovo concorso), perché, a differenza del resto della P. A. i numeri delle persone coinvolte nella scuola, la frammentazione delle classi di concorso, le regole sulla mobilità, il turnover e i passaggi di cattedra rendono necessaria la flessibilità delle persone da inserire a seconda dei fabbisogni del sistema scolastico. L’impressione è che però questa distinzione, giuridicamente insussistente nell’istruzione, tra vincitori e idonei, frutto più di semplificazioni giornalistiche che di una reale comprensione del mondo della scuola, sia arrivata dritta dritta al premier Matteo Renzi, quando ha affermato, nella conferenza stampa di giovedì 12 marzo successiva al Consiglio dei Ministri: "Gli idonei, in quanto idonei, non possono essere assunti, altrimenti gli idonei si chiamerebbero vincitori di concorso, quindi restano fuori dalle assunzioni". |