L'intervento

Test alcolemici ai prof

Pasquale Almirante, La Sicilia 5.4.2015

In un istituto alberghiero di Milano il preside ha deciso di sottoporre, a sorpresa, al test etilico i docenti prima di entrare in classe. Per colmo di sberleffo ha fatto recapitare un modulo da riconsegnare firmato dove si autorizza il medico ad effettuare il trattamento sanitario che consiste nel test alcolimetrico con etilometro. E chi venisse trovato "bevuto" potrebbe essere anche licenziato, mentre se qualcuno rifiutasse il test o di sottoscrivere il consenso, il medico lo dovrà segnalare al dirigente che a sua volta sarà costretto ad allontanare il docente per evitare rischi a lui e agli alunni. Se per un verso la legge è a favore del preside, sembra pure che su 143 insegnanti di quella scuola, 141 abbiano firmato e solo due si siano rivolto al sindacato, ritenendo quella misura una vessazione.

Tuttavia la domanda, fuor di polemica, è: siamo sicuri che qualche docente venga a scuola già "bevuto" alle otto del mattino? E se così fosse, non è costui, o costoro, facilmente individuabile? E invece di umiliare tutti i docenti di quella scuola, non è in grado un dirigente di individuare qualche alticcio e pretendere un accertamento del Collegio medico di verifica? Ma c'è di più. Sono infatti molti a sibilare che da parte di chi comanda è più facile vessare che difendere e salvaguardare, come per esempio dall'assalto dei bulli o dalle malattie professionali che mai vengono credute, tranne se si è di fronte a casi più che gravi. I dirigenti dovrebbero infatti puntare a monitorare i livelli dello stress da lavoro, che da qualche tempo sta contagiando i professori, sempre più in trincea e sempre più colpevoli di qualcosa.

Ed infine: chi paga i costi di questo stravagante pubblico ludibrio, quando non si pagano le supplenze, non ci sono soldi per i corsi di recupero, i soffitti cadono e i libri costano un patrimonio? Domanda retorica, in considerazione del fatto che il preside di quell'Alberghiero milanese con ogni probabilità ha intenzione di colpire qualcuno e affermare così il suo potere. E se dovesse anche assumere e licenziare, giudicare i suoi insegnanti, premiando o punendo, che ne sarà di questa scuola? Della sua vantata libertà d'insegnamento? Della sua pluralità culturale? Forse aveva ragione Giovanni Agnelli: occorre un buon governo di sinistra per fare le riforme della destra.