Pensioni e Quota 96 scuola: stop a salvaguardie?
Pensioni dei Quota 96: salvaguardia più
lontana? Iasac Ovasim, The Blasting News 27.9.2014
Nuovo colpo di scena nel dibattito sui lavoratori
disagiati rimasti bloccati con la legge Fornero del
2011; tra un'ampia platea dei lavoratori che hanno
subito l'innalzamento dei requisiti richiesti per il
pensionamento, resta emblematica la situazione dei
Quota 96 nella scuola. Ciò che rende il problema
verificatosi degno di un libro di Franz Kafka è che
insegnanti e lavoratori ATA si sono trovati
improvvisamente bloccati tra i banchi di scuola,
nonostante il formale adempimento dei requisiti
richiesti: 35 anni di contribuzione e 61 anni di
età, oppure 36 anni di contribuzione e 60 anni di
età. La situazione sembrava potersi sbloccare grazie
ad un'apposita sanatoria prima inserita e poi
successivamente eliminata dalla Riforma PA di
quest'estate, dopodiché il Governo ha scelto la
linea del silenzio.
Stante la situazione, farà sicuramente discutere la proposta di
Pietro Ichino sul blocco delle tutele di salvaguardia per i
lavoratori esodati e per quelli rimasti in situazione di disagio a
causa della precedente riforma delle pensioni. Prendendo spunto
dalle stesse parole del giurista, sarebbe necessario "voltar pagina
rispetto a una prassi che ha visto troppo diffusamente utilizzato il
sistema pensionistico come strumento di politica del lavoro, per
risolvere problemi di disoccupazione con l'espulsione precoce dei
lavoratori interessati dal mercato del lavoro; è necessario, per
altro verso, evitare che l'attesa di provvedimenti ulteriori di
salvaguardia induca una parte dei potenziali interessati ad
astenersi da possibili opportunità di occupazione; è invece tempo di
incominciare a operare in modo efficace e incisivo per l'aumento del
tasso di occupazione della popolazione italiana in età superiore ai
50 anni". Parole che farebbero propendere per l'astensione da
ulteriori interventi utili a garantire l'uscita dal lavoro prima dei
termini previsti con i criteri attuali. Peccato che nel caso dei lavoratori Quota 96 non si possa parlare di persone che devono potersi reinserire nell'ambito lavorativo, ma di individui per i quali il diritto al pensionamento risultava già maturato nel 2011 ed è stato disatteso in modo retroattivo a causa di una svista nella legge Fornero. È chiaro che la soluzione proposta da Ichino mal si adatterebbe al problema specifico degli esodati della scuola, perché per loro non avrebbe senso parlare di misure legate all'active ageing e al reinserimento dei lavoratori di età avanzata nel mondo produttivo. Fermo restando i potenziali riverberi sulla situazione già molto grave della disoccupazione giovanile e del precariato per quei pochi fortunati che riescono a trovare lavoro in giovane età. Anche per questi motivi già ben conosciuti e discussi da mesi all'interno dei comitati formati da professori e lavoratori ATA, i Quota 96 hanno deciso di scendere nuovamente in piazza per far sentire la propria voce. L'appuntamento è per il prossimo 30 settembre davanti al Miur, dove si terrà un presidio di protesta. Seguirà poi l'adesione dei Q96 alla protesta dei Cobas scuola prevista per il 10 ottobre 2014. E voi cosa pensate della nuova proposta sul tema dei lavoratori disagiati? Fateci sapere la vostra opinione con un commento all'articolo. |