Scuola, Giannini: "E ora cambiamo anche la Maturità" Intervista al ministro dell'Istruzione: "Da oggi parte la grande consultazione sulla riforma. Sentiremo i sindacati anche se non saranno interolocutori privilegiati. Nel decreto di gennaio potrebbe rientrare anche il nuovo esame di Stato. Dall'anno prossimo nelle commissioni solo docenti interni" di Corrado Zunino, la Repubblica scuola 15.9.2014
ROMA - Lavora la
domenica, il ministro Stefania Giannini. L'estate della riforma non
è ancora finita.
Oggi inizia la scuola italiana e, da mezzogiorno, parte la
consultazione online sul sito
Labuonascuola.gov.it che durerà due mesi e dovrà dire al
ministero e al governo se "La buona scuola" dei
150 mila insegnanti precari da assumere e i privati a finanziare
laboratori, della "più musica e più arte" e la fine degli scatti
d'anzianità, a studenti-famiglie-docenti e lobbies italiane è
piaciuta. È in buona forma il ministro, il vestito sbracciato mostra
una cura da palestra. E alla fine dell'intervista regala l'ultima
novità scolastica di una stagione, la tarda estate 2014, che si
prepara a terremotare la scuola italiana: "Siamo avanti nella
definizione di una nuova maturità. Non abbiamo voluto inserirne i
dettagli nel dossier presentato il 3 settembre, ma non è detto che
non possa entrare nel decreto legge che vareremo a inizio gennaio".
"Ho una proposta, la metterò a
disposizione di sottosegretari e collaboratori. L'esame di maturità
deve perdere quell'aspetto da giudizio divino, che tra l'altro lo ha
fatto diventare costoso. Deve riprendere un ruolo di appuntamento di
sintesi di un anno scolastico, addirittura di un ciclo".
"Nella stagione 2015-2016 dovremo tornare
ai commissari interni, niente più convocazioni da lontano. E un
presidente di garanzia, che non deve arrivare per forza da fuori
provincia. Chiuderei l'esperienza della tesina di fine anno, un atto
compilativo che è diventato solo un fiore al bavero, una collanina
graziosa. Gli studenti dovranno presentare un progetto che riguardi
tutto l'anno trascorso: un lavoro più teorico per i licei e un
prodotto finito per i tecnici. Ascolteremo i pareri, in questi due
mesi, anche su questo argomento".
"In Europa non l'ha fatto nessuno:
offriremo un sito a chiunque voglia esprimersi sulla nostra riforma
"La Buona scuola". Tre grandi stanze dove poter entrare: "Compila il
questionario", "Un grande dibattito diffuso", "Costruiamo insieme la
buona scuola". Poi ci sono sei scatole sui temi più importanti: le
assunzioni, la formazione, l'autonomia, le materie, il lavoro, le
risorse. Parte anche un ciclo di incontri con le scuole, i presidi,
i provveditori. Il 15 novembre faremo la nostra sintesi e decideremo
se e come ritoccare la riforma".
"Certo, non escludiamo i sindacati, solo
non li riteniamo più interlocutori privilegiati. Con l'autunno le
trattative partono".
"La nostra riforma è autenticamente
meritocratica e se siamo gli unici a togliere gli scatti nel mondo
vuol dire che siamo degli innovatori coraggiosi".
"L'argomento c'è, ma non mi convince il
taglio dell'ultimo anno delle superiori, anche se le sperimentazioni
vanno avanti. Servirebbe una revisione organica che tiene conto
dell'anello debole della scuola italiana: la scuola media".
"Scuole con lo stesso orario e le stesse
materie, a parità di branca, ma ognuna con la sua specializzazione:
inglese, informatica, arte, musica. Senza competitività tra loro".
"All'interno della rete di scuole questo
sarà possibile: un dirigente scolastico potrà inviare un docente
d'arte che ha vinto il concorso in un istituto e uno di geografia in
un altro".
"Nel testo c'è qualcosa di più: per la
prima volta lo Stato italiano chiede alle scuole non statali gli
stessi doveri e la stessa qualità di quelle statali. Potremo mandare
ispettori ministeriali anche lì: non vogliamo più diplomifici di
basso livello, come oggi alcune realtà sono".
"Ci saranno, ma in questo quadro di
doveri. In Veneto il 64 per cento delle scuole dell'infanzia è
privato, in Lombardia il crollo degli iscritti alle scuole non
statali è pesante. La fuga di un milione di studenti verso le
statali ci farebbe chiudere la scuola italiana".
"Mi mancherà. Aveva molte deleghe e ha
lavorato bene, soprattutto nell'edilizia scolastica. Non voleva
andare via".
"No, ragion di Stato. Credo che il
governo voglia un uomo forte al patrimonio per le dismissioni. Ad
oggi, lì, non si è mosso nulla". "Con Francesca ho lavorato molto bene in passato". |