Il Consiglio dei ministri ha autorizzato il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, ad assumere a tempo indeterminato, su posti effettivamente vacanti e disponibili, 15.439 tra docenti ed educatori e 4.599 Ata, cioè ausiliari tecnico-amministrativi e collaboratori scolastici. Via libera anche all’assunzione di 13.342 insegnanti di sostegno, docenti con funzioni di assistenti ai ragazzi disabili che vengono assunti stabilmente, come previsto dal decreto Carrozza. Nel pacchetto ci sono anche i docenti da regolarizzare dell’Istituto tecnico «Aldini Valeriani Siriani» di Bologna e del liceo linguistico «A. Lincoln» di Enna, che sono in totale 132, e 620 dirigenti scolastici. Le assunzioni erano già tutte previste, in base al piano di immissioni in ruolo del ministero dell’Istruzione. Come saranno coperti i nuovi posti di lavoro? I candidati sono stati individuati attraverso lo scorrimento delle graduatorie provinciali vigenti. Le graduatorie valide per le assunzioni nella scuola sono quelle relative al concorso per esami e titoli indetto nel 2012 e alle graduatorie ad esaurimento. I posti disponibili vanno ripartiti al 50% tra le due diverse graduatorie, senza possibilità di recupero dei posti eventualmente assegnati alle graduatorie ad esaurimento negli anni precedenti.
Ventimila supplenti
Si tratta solo di una piccola fetta dell’esercito di insegnanti che anche per quest’anno scolastico garantirà il funzionamento delle classi: 600.839 in totale. Una cifra che, secondo i sindacati, non sarebbe sufficiente a coprire realmente le esigenze degli istituti, perché ferma dal 2012 e non terrebbe conto dell’aumento degli alunni. Tra questi ci sono circa 20 mila precari, senza un contratto a tempo indeterminato, che saranno nominati solo nei prossimi giorni per colmare la differenza tra organico di diritto e organico di fatto, ovvero tra il numero degli insegnanti necessari in base alle stime di classi e alunni e quelli di cui realmente le scuole hanno bisogno tenendo conto delle esigenze contingenti. E’ uno dei punti chiave su cui punta ad intervenire il piano Renzi: con l’assorbimento di 150 mila precari, la scuola non dovrebbe più iniziare l’anno a settembre con affanno, e ogni rete potrebbe contare su un certo numero di docenti da usare in base alle proprie necessità, spostandoli come pedine nei vari «vuoti» da riempire.