Quando gli studenti mettevano
sotto accusa i Dirigenti scolastici

Aldo Domenico Ficara, Regolarità e Trasparenza nella Scuola 20.9.2014

Quando si parla di rapporti sulla buona scuola,  bisognerebbe  allargare l’orizzonte temporale sulle vicende scolastiche, incrociando  ciò che dicevano nel settembre del 2011  gli studenti appartenenti al “collettivo studenti Pontedera″, rivolgendosi ai loro Dirigenti scolastici (http://www.unita.it/scuola/cari-presidi-colpa-vostra-br-se-l-italia-e-un-paese-per-escort-1.336553 ):

“E voi? Voi dove eravate quando a poco a poco la scuola, e con essa il futuro di un intero paese, veniva scippata, derubata, quando a poco a poco tagliavano i bilanci, le ore, i professori, i banchi, la carta, le iniziative?

Voi dove eravate mentre a poco a poco aumentavano le spese militari, le spese per la politica, le spese per le scuole private, per i privilegi, per le caste?

Voi dove eravate quando si precarizzava il lavoro nel nome del libero mercato e della concorrenza, quando i vostri diplomati non sapevano dove sbattere la testa per trovare un lavoro?

Voi dove eravate quando la cultura, che noi difendiamo era calpestata, derisa, ridicolizzata da grandi fratelli e idiozie televisive, quando l’informazione si faceva sempre di più disinformazione di regime?

Forse dietro scrivanie ad applicare circolari contraddittorie e inapplicabili, contrarie al buon senso, contrarie a chi vuol difendere il diritto di una scuola pubblica di tutti e per tutti. Forse a dire che la legge è legge, che va applicata!

Probabilmente dissero così anche i Presidi quando nel 1938 furono emanate le leggi razziali, forse dissero così, sicuramente dissero così. La Vostra generazione ci consegna un paese sull’orlo di un abisso economico, pieno di privilegi e di marciume, una mignottocrazia dove la cultura, quella che noi vogliamo difendere, ha meno valore di un calciatore panchinaro del Frosinone o di una velina semiscoperta di un programma in tarda serata.

Ci dispiace ma non accettiamo le Vostre lezioni su come protestare, se Voi aveste saputo farlo a quest’ora non saremmo qui, a quest’ora avremmo un altro tipo di scuola. Ci dispiace ma la Vostra lotta, se lotta c’è stata, è fallita, le Vostre parole ormai sono vuote, forse inutili, smentite dai fatti, rinnegate dalla storia″.

Parole dure dettate da una situazione economica e sociale degradata e che ancora oggi dopo tre anni non vede una credibile via di uscita.