Scuola, i fondi rebus

Pasquale Almirante, La Sicilia 7.9.2014

Una promessa il premier Renzi l'ha mantenuta: ha stupito. Le "Linee guida" sulla scuola, presentate mercoledì scorso, sono in effetti stupefacenti, benchè manchi l'architrave di sostegno e cioè i soldi. Ma lui assicura che li ha già trovati, nella illuministica convinzione che l'istruzione e la ricerca siano l'ultima frontiera per smarcare la crisi e sconfiggere l'agguerrita concorrenza internazionale. In ogni caso però, trovata la tana, occorrerà snidare la belva e se le promesse sono cartucce, sistemando 150mila precari, vorrà dire togliere ai presidi e agli uffici scolastici lungaggini per coprire le classi, mentre si darebbe stabilità economica e politica a tanti prof non di ruolo. Rimane però il dubbio del come saranno usati gli insegnanti nel caso in cui non vi sia la necessità di coprire le classi coi supplenti.

Altra belva acquattata è quella della formazione, perché se a istruire i docenti debbono essere gli stessi colleghi, la cosa si complica, mentre non si è capito bene come saranno assegnati i crediti didattici, formativi e professionali per coloro che partecipano ai corsi di aggiornamento. E infatti, fa capolino la rivisitazione dello stato giuridico dei professori proposto dalla forzista Aprea. Per l'ex sottosegretaria all'Istruzione, gli aggiornamenti significavano carriera e aumenti, per Renzi non si è capito bene, tranne un discorso un po' fumoso nell'alveo della valutazione e autovalutazione delle scuole e del personale, elementi che però partiranno a giorni e allora vedremo nel dettaglio, mentre viene sottolineato che musica, arte e geografia saranno potenziate fin dalla primaria. Che appare promessa fantastica, anche se, come viene scritto nel pacchetto, occorre qualificare i docenti, anche in inglese, considerando che l'insegnamento di una materia in lingua straniera nelle superiori stenta a partire proprio per mancanza di competenze.

E se è pure apprezzabile la prospettiva di investire sui laboratori e per l'alternanza scuola-lavoro, non deve scandalizzare l'idea di chiedere contributi ai privati o a sponsor, purché non interferiscano con didattica e programmi. E se poi si promettono posti per i neo laureati, con concorsi annuali, e concorsi rigorosi per reclutare i dirigenti scolastici, non si può che plaudire e confermare lo stupore. Sorprendente però sarebbe non far partire il treno per mancanza di carburante, perché, se così fosse, è meglio chiudere tutte le stazioni, compresa quella della speranza.