Caos supplenti: anche quest'anno
100mila nomine da fare

di Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore 16.9.2014

In attesa che il premier, Matteo Renzi, confermi l'impegno di assumere, a settembre 2015, 148.100 docenti precari e riduca così drasticamente il "caos supplenze" il nuovo anno scolastico iniziato ieri ha confermato tutti i vecchi problemi: con gli uffici scolastici ingolfati con le immissioni in ruolo (anche quest'anno autorizzate dal Governo in grande ritardo) e i presidi, e le segreterie delle scuole, alla ricerca dei supplenti per coprire spezzoni di cattedra e vuoti in classe temporanei fino alla nomina dell'avente diritto.

Il rebus "organico di fatto"

Ma perchè accade questo ogni anno? Perchè in Italia abbiamo poco più di 600mila docenti di ruolo assegnati alle classi (il cosiddetto organico di diritto). Questo organico però non basta a coprire tutte le lezioni. Ogni anno infatti si crea un disallineamento tra il fabbisogno previsto da ciascuna scuola e quello effettivamente necessario. Ciò avviene per ragioni diverse: le ripetenze, i trasferimenti degli alunni da una scuola all'altra, le nuove iscrizioni, la rettifica delle iscrizioni, la necessità di ulteriori docenti di sostegno. Per tamponare queste situazioni è stato creato l'organico "di fatto": un contingente "parallelo" di docenti che soddisfa il fabbisogno concreto a cui si aggiungono gli ulteriori docenti occorrenti a sostituire gli assenti a qualunque titolo (per esempio, maternità, malattie, distacchi). In organico di fatto oggi il ministero dell'Istruzione calcola circa 721mila cattedre, comprese le 20mila in più sul sostegno. Quindi ci sono 100mila circa posti da docenti, escluso il sostegno, da coprire con supplenti. E le cui operazioni stanno avvenendo in questi giorni.

Gli "spezzoni"

In più. Tutto questo, combinato con la ripartizione delle cattedre e la complessiva "staticità" degli insegnanti (che debbono fare 18 ore settimanali), di anno in anno, determina la nascita di "spezzoni" di cattedra: e così ci sono supplenti che lavorano 9 ore in una classe, 9 ore in un'altra. Oppure 9 ore in una classe, tre in un'altra e le restanti 6 ore, addirittura, in una scuola diversa. Per coprire questi "spezzoni" lo Stato ricorre in realtà a più docenti perchè solo una parte riesce a cumulare supplenze in modo da arrivare a un orario pieno di 18 ore a settimana. Tutte queste operazioni sono di solito fatte dalle segreterie delle scuole e dai presidi, e per completare il quadro (ammesso che ci si riesca) ci vorranno settimane. È il consueto caos supplenti che va in scena di settembre, in settembre. Fino a quando non si immetteranno in ruolo tutti i 148.100 docenti annunciati da Renzi, e forse, questa situazione migliorerà. Forse.