Giannini: una classe di concorso
per l’italiano come seconda lingua

Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 21.10.2014

“La lingua italiana deve diventare strumento di inclusione e integrazione dei tanti bambini stranieri che crescono nel nostro paese: su questo ci sarą una nuova classe di concorso, i tempi sono maturi”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, intervenendo agli Stati generali della lingua in corso a Firenze

I primi Stati generali della lingua italiana nel mondo,  č una iniziativa voluta dal ministero degli Affari Esteri che presenterą anche il libro bianco sull'italiano: dove si impara, nei vari paesi, come sta cambiando la mappa della richiesta di corsi e lezioni. Questa č anche un'occasione per approfondire le strategie di diffusione della nostra lingue e per fare il punto sulle nuove sfide da affrontare. Gli Stati generali cadono in contemporanea con la XIV Settimana della Lingua Italiana nel Mondo.

Rispondendo in seguito ai giornalisti che le chiedevano, a margine dei lavori a Palazzo Vecchio, se stesse pensando a cattedre di italiano nelle scuole come seconda lingua per gli studenti immigrati, Giannini ha risposto: “Penso a quei ragazzi che sono il 10% di tutti gli studenti nel nostro paese: occorre assumere consapevolezza del fatto che l’inclusione linguistica č fondamentale anche ai fini del percorso, in cui la scuola ha un ruolo, di ius soli temperato per acquisire cittadinanza”.

La ministra poi sottolinea che "finora il nostro paese ha fatto poco, non ha ancora sviluppato tutta la sua potenzialitą soprattutto per paesi che guardano a noi come interlocutore economico, politico, ma soprattutto formativo".

Per questo serve una nuova generazione di maestri e prof di italiano, formati per insegnare la lingua ai figli di immigrati. Ai giornalisti parla anche dell'idea di legare la cittadinanza italiana all'istruzione: "Mi sembra giusto legare la cittadinanza all'istruzione, gią in passato avevo parlato di uno ius soli et culturae. L'italiano deve diventare strumento integrazione per bambini che devono riconoscersi nel nostro Paese, sentirsi italiani come gią sono".