Pensioni, riforma revisione DEF Legge Stabilità, quota 96, indulto, amnistia: novità oggi venerdì 1 novembre 2014 Richiesti ancora interventi pensioni e ultime possibilità per i Quota 96 con revisione Def e ultime modifiche nuova Legge di Stabilità di Business on line, 31.10.2014 Dopo l'ok dall’Ue, ci si prepara alle ultime modifiche da inserire nella versione finale della nuova Legge di Stabilità e con la revisione del Def ci si aspettano ancora modifiche alla riforma pensioni che, però, potrebbero non essere quelle sperate. Di certo si sa che verrà ridotto di ben 150 milioni di euro il fondo destinato al prepensionamento dei lavoratori usuranti, ma nessuna novità trapela ancora sulle possibilità di uscita anticipata e flessibile tanto richieste da tutti, partiti politici e forze sociali. Nonostante le nuove parole di aperture a interventi sulle pensioni da parte del ministro Poletti e i nuovi emendamenti pronti, i timori sono che possano arrivare solo interventi ancora peggiorativi. Si attendono poi modifiche, nella Legge di Stabilità, per quanto riguarda le misure e i controlli per contrastare l’evasione fiscale; la dotazione del nuovo bonus dalle neomamme che partirà da gennaio 2015 e il cui fondo è stato ridotto da 500 a 202 milioni di euro; e si scongiura il nuovo possibile aumento Iva paventato, che si abiterebbe come ennesima scure su famiglie e consumi. Attese novità anche per quanto riguarda il testo unificato sulle misure di indulto e amnistia e mentre anche Papa Francesco è intervenuto sulla questione dell’emergenza carceraria e il presidente della Repubblica Napolitano, appoggiato da pochi, continua ad auspicare l’approvazione delle misure di clemenza, sono ancora allarmanti i dati delle nostre strutture penitenziarie, nonostante diminuiti. Secondo quanto detto dal ministro della Giustizia Orlando, dopo l’entrata in vigore delle misure del decreto carceri, si è passati da 70mila a 54mila detenuti attuali, una gran riduzione certo, motivo per cui l’Italia ha evitato il pagamento della sanzione imposta dall’Ue che ha apprezzato l’impegno del nostro Paese, ma ancora troppi. E, con le ultime modifiche alla Legge di Stabilità, si spera ancora, seppure difficile, in una soluzione per poter finalmente mandare in pensione i 4mila Quota 96 della scuola. E in merito è intervenuta di nuovo Laura Puppato del Pd che ha presentato un'interrogazione ufficiale al Ministro dell'Economia Padoan per capire se, e come, intende risolvere la vicenda dei Quota 96, bloccati nell’accesso alla pensione da un errore della riforma Fornero. Il testo riporta ‘La riforma pensionistica cosiddetta riforma Fornero ha prodotto effetti negativi soprattutto su circa 4.000 lavoratori del comparto scuola tra docenti e personale ATA nati nel 1951 e 1952, detti quota 96. La riforma varata dal Governo tecnico contiene in particolare un errore tecnico ammesso dallo stesso estensore della riforma, che esclude dal diritto maturato di andare in pensione tali lavoratori nonostante nel dicembre 2012 ne avessero i requisiti, obbligandoli in tal modo ad un'ulteriore permanenza in servizio per un periodo che va dai 2 ai 7 anni’. E considerato ‘l'ammontare delle risorse necessarie per garantire il diritto alla pensione ai lavoratori vittime dell'errore tecnico calcolato dalla Ragioneria dello Stato è stato calcolato in 400 milioni di euro, distribuibili su più annualità da spendere in più anni; considerato inoltre che il nuovo sistema di calcolo del PIL, detto Sec2010, secondo il quale l'Istat sta rivedendo i conti italiani, porterebbe al miglioramento del rapporto tra deficit e PIL di 0,2 punti percentuali, passando dall'attuale 3 al 2,8%; ciò libererebbe risorse, comunque da reperire sul mercato, per un minimo di 1,5 miliardi di euro e fino a 3 miliardi, in ogni caso ben superiori alle necessità per risolvere l'errore quota 96’. Perché, dunque, non usufruire di queste risorse per ‘liberare’ i Quota 96? |