Formazione dei prof e mancata verifica esterna degli alunni: i nodi della valutazione

di Giorgio Allulli, Il Sole 24 Ore 22.10.2014

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Continua ad avanzare l'introduzione del sistema di valutazione della scuola italiana: al Regolamento del marzo 2013 ha fatto seguito la Direttiva applicativa di settembre ed ora viene emanata la Circolare alle scuole, che pur rimanendo fedelmente all'interno del quadro tracciato dai primi due documenti, fornisce la tempistica delle operazioni ed alcune istruzioni di maggiore dettaglio.

Calendario serrato

La Circolare propone uno scadenzario piuttosto serrato, che prevede la partenza operativa del sistema a fine ottobre, quando l'Invalsi fornirà alle scuole il formato del rapporto di autovalutazione (il Rav). A gennaio 2015 verranno forniti su una piattaforma on-line i dati relativi a ciascuna scuola, che a sua volta dovrà integrarli, in modo da potersi poi confrontare con le altre scuole, sulla base dei benchmark elaborati dal Ministero. Entro giugno ogni scuola dovrà predisporre ed inviare il suo Rapporto di autovalutazione, comprensivo degli obiettivi di miglioramento, che verrà pubblicato a luglio sul portale del Ministero e sul sito di ciascuna scuola.

Le visite di autovalutazione

Le visite di valutazione esterna avranno luogo invece nell'anno scolastico successivo. Verrà scelto un campione di 800 scuole, estratto in parte sulla base di criteri di efficacia e di efficienza, in parte con modalità casuali, ad evitare il pericolo che la visita dei valutatori esterni venga automaticamente percepita come associata alle cattive prestazioni di una scuola.
Infine nel terzo anno le scuole dovranno predisporre un rapporto di rendicontazione dei risultati raggiunti ed iniziative per presentarli all'esterno.
Mancano invece indicazioni sulla valutazione dei dirigenti scolastici, che pure era stata prevista dal Regolamento e dalla Direttiva di settembre.
Nell'insieme il quadro operativo appare piuttosto equilibrato, e verrà corroborato dai risultati della sperimentazione Vales, che ha fornito da modello di riferimento per il nuovo sistema.

I nodi da sciogliere

Non mancano però dei passaggi critici, alcuni dei quali inevitabili nel momento in cui si dà il via ad un sistema così complesso.
Il primo riguarda la preparazione del corpo docente a svolgere un ruolo che richiede anche competenze professionali di tipo socio-statistico che non rientrano normalmente nel bagaglio dei docenti italiani. A questo proposito la circolare prevede un supporto di formazione-informazione a livello territoriale, i cui risvolti non sono però ancora chiaramente definiti.
Il secondo riguarda la composizione dell'«Unità di autovalutazione», che rappresenta forse la novità più significativa della circolare. Il Ministero propone che ne faccia parte il dirigente scolastico, il docente referente della valutazione ed uno o più docenti con adeguata professionalità individuati dal Collegio dei docenti. La presenza del dirigente scolastico nell'Unità di autovalutazione costituisce una scelta forte operata dalla Circolare, che ha i suoi pro ed i suoi contro e potrà non piacere a qualcuno.
Il terzo riguarda la tenuta del sistema informativo, che dovrà fornire, raccogliere e restituire una grande mole di dati la cui solidità sarà indispensabile per la buona riuscita dell'operazione; si tratta di un passaggio delicato per la macchina statistica ministeriale, per le segreterie delle scuole e per il supporto metodologico da fornire loro, riguardo le modalità di raccolta dati e di calcolo degli indicatori, ad evitare la predisposizione di indicatori e confronti incoerenti.
Il quarto riguarda la pubblicazione del rapporto di autovalutazione; la pubblicità del rapporto, condivisibile per molti versi, non mancherà di creare apprensioni in una parte del corpo docente.
Si tratta nel complesso di una forte scommessa sulla capacità del sistema di adottare una nuova modalità di governo della scuola. E' una scommessa da sostenere, ma purtroppo sullo sfondo resta l'elemento di criticità più evidente, perché al nuovo sistema di valutazione della scuola italiana, basato sull'incrocio tra autovalutazione e valutazione esterna, potrebbe venire a mancare il pilastro forse più significativo, rappresentato dalla valutazione finale esterna degli alunni, che è stata cancellata dal disegno di legge di stabilità.