Pensionamenti a scuola, per il ministero del Lavoro Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 29.11.2014
Dalle anticipazioni sui dati delle 'Comunicazioni Obbligatorie' emerge "un deciso aumento di pensionamenti (+55%)", in particolare nell'istruzione. L’ipotesi è che a due anni dalla “stretta” della riforma Fornero, i lavoratori più anziani comincino a raggiungere i requisiti per lasciare. Ma a noi risulta che i pensionamenti si sono dimezzati, anche perché l’80% di chi opera nella scuola è donna. Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, questo andamento “potrebbe essere un primo segnale dell'assorbimento degli effetti della riforma Fornero in campo previdenziale: a oltre due anni dalle nuove regole i lavoratori più anziani cominciano a raggiungere i requisiti per andare in pensione. E quindi andrebbero 'sostituiti'”. Insomma, “l’impennata dei pensionamenti sarebbe in controtendenza, soprattutto a causa delle 'uscite' nella scuola”. Francamente qualcosa non torna: a quanto ci risulta (dati ufficiali Inps-Miur), dal 1° settembre i docenti, che nella scuola costituiscono la categoria più corposa, a lasciare il servizio per la pensione sono stati poco più di 10mila. Una cifra davvero bassa, dimezzata, rispetto all’anno precedente (oltre 21mila). E addirittura la metà della metà dei 43.620 che lasciarono al termine dell’anno scolastico 2007/08. Inoltre, nella scuola oltre l’80 per cento del personale è composto da donne: che sono il genere di lavoratore più colpito dalla riforma Fornero, ben oltre i due anni cui si fa riferimento. Tanto è vero che la maggior parte dei ‘Quota 96’ a distanza di due anni dalla ‘beffa’ continuano a rimanere intrappolati. Quanto espresso dal ministero del Lavoro rimane davvero un mezzo mistero: urgono chiarimenti. |