GRUPPO DI FIRENZE

per la scuola del merito e della responsabilità

La selezione naturale dei ministri dell'istruzione

 dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, 30.11.2014

Se non si riesce proprio a dare alla scuola un ministro all’altezza della situazione, non è una questione di sfortuna, è che le decisioni sui ministeri più che della competenza tengono conto degli equilibri politici tra le componenti della maggioranza e non di rado anche della sintonia politico-caratteriale fra candidati e capo del governo.

Il ministero della pubblica istruzione, poi, nonostante le roboanti dichiarazioni che alla scuola riservano un po’ tutti gli esecutivi, sembra nei fatti destinato regolarmente al ruolo di tappabuchi nei puzzle governativi, sicché finiscono per sedersi su quella poltrona personaggi che la scuola l’hanno conosciuta solo da studenti. Per questo non possono che affidarsi al potente e scafatissimo apparato burocratico di viale Trastevere, vero dominus da decenni della politica scolastica.

Una politica che tra le altre cose non è per niente interessata al rigore degli studi e alla serietà dei comportamenti. Mai un ministro che richiami alle proprie responsabilità gli studenti e le loro famiglie! Mai un ministro che prenda l'iniziativa di eliminare dalla scuola i docenti impreparati o che, nonostante i ripetuti appelli, si sia mosso per evitare che gli esami di Stato si trasformino in una sagra della copiatura.

In ultimo la ministra Giannini ci fa sapere, un paio di mesi fa, che le commissioni d'esame di Stato saranno composte da soli docenti interni. Dopo non poche proteste da parte del mondo scolastico, la ministra conferma che la decisione è stata rinviata e che si sarebbe tornati alla vecchia maniera.

Tre giorni fa, invece, del tutto inaspettata, ecco riemergere, tra le pieghe di un emendamento di Forza Italia alla legge di stabilità, la scelta di abolire i commissari esterni, smentendo quanto già assicurato in prima persona dal Presidente del Consiglio. Che idea si facciano dello Stato i ragazzi che tra qualche mese sosterranno l'esame, la possiamo facilmente intuire.

E possiamo ugualmente intuire quale effetto avranno le dichiarazioni alla stampa fatte ieri dalla stessa Ministra a proposito della devastazione di una scuola napoletana, in seguito a una occupazione. Stefania Giannini, infatti, si è limitata a condannare solo le occupazioni violente, come se occupare un edificio pubblico, anche senza provocare danni materiali, potesse considerarsi un fatterello di poco conto e immune da implicazioni penali.

Come se non bastasse, la ministra ha assicurato che porterà personalmente alla scuola napoletana centomila euro per riparare i danni, o almeno parte di essi. Mica ha detto che questi soldi pubblici sono solo un anticipo, che dovrà essere poi rimborsato da chi ha fatto i danni e dagli studenti che, occupando la scuola, l’hanno esposta al rischio di invasione e devastazione.

Purtroppo non c'è più tempo per ridere. Chi ha la nostra età, sa che non fu uno scherzo salvare la democrazia dalla violenza politica degli anni settanta. Oggi si tratta di salvarla da un rischio altrettanto grave, quello della deriva professionale e morale di buona parte di coloro che a tutti i livelli ci amministrano e che vede spesso nei ruoli di potere persone inadeguate, che sembrano capitate lì per caso.

A conferma, arriva proprio oggi la notizia che il ministero, per contrastare l’insuccesso e l’abbandono scolastico, starebbe studiando l’abolizione delle bocciature nel primo biennio delle superiori. Lo ha detto Angela D’Onghia, ottima imprenditrice senza alcuna esperienza di scuola rilevabile dal curriculum, argomentando che “Il biennio deve essere un periodo di inclusione, non di sbarramento”.

Peccato che l’inclusione a suon di promozioni immeritate sarebbe solo una rovinosa menzogna per gli interessati e per la scuola. (GR & VV)