Quota 96: il Governo non ha intenzione Silvia La Porta, La Tecnica della Scuola 10.11.2014
“La sentenza di Salerno, che manda in pensione 42 quota 96, non può essere ignorata” Con queste parole Manuela Ghizzoni, deputata Pd, risponde a chi la accusa, dopo essersi tanto interessata dell’ingiustizia dei fregati dalla legge Fornero, di mantenere adesso un rigoroso silenzi Ma cos’è accaduto esattamente in questi tre mesi? Alla Camera è stato approvato l'emendamento a firma della Ghizzoni per il pensionamento dei Q96. Approvato prima in Commissione Affari costituzionali, poi dalla Bilancio (e non senza discussione con il governo) e infine dall'intera Aula, con un voto di fiducia sul testo complessivo del decreto. Al Senato, pochi giorni dopo e per unilaterale decisione del governo che ha assunto i dinieghi della Ragioneria dello Stato e dell'INPS nei confronti della copertura individuata alla Camera (tagli di spesa), la norma è stata stralciata e il lavoro di tanti politici sostenitori vanificato. Commenta la Ghizzoni a proposito del rapporto tra Governo e Parlamento: “Non mi soffermo, in questa sede, su cosa abbia rappresentato quel passaggio sotto il profilo del rapporto tra potere legislativo ed esecutivo, perché mi porterebbe lontano dall'argomento del post, ma è solo rinviata la riflessione sullo sbilanciamento che da anni è impresso all'equilibrio tra poteri dello Stato (questione non piccola). Ma di certo, se il Parlamento ha espresso la sua volontà su Q96, è il Governo che ha potuto decidere.” Perché dunque la Ghizzoni sceglie il silenzio? Perché “il silenzio, quindi, non è una rinuncia. Mentre le parole possono alimentare false speranze. Cosa che non voglio fare. Non parlo per i colleghi, ma per me: dopo quanto accaduto in agosto, riterrei per voi totalmente insopportabile una nuova attesa tradita.” Che ne è stato del decreto ad hoc che annunciava il Governo? Continua la parlamentare: “Nei 3 mesi che ci separano dal dl Madia, il governo poteva cambiare il proprio orientamento? Avrebbe potuto. E inizialmente lo ha affermato, annunciando un decreto ad hoc. Che però non ha mai visto la luce. Così come non v'è traccia di "ravvedimento" nelle Linee guida de La Buona Scuola, sebbene lì vi sia un piano assunzionale importante, che potrebbe assorbire il pensionamento dei Q96. Sono, questi, segnali inequivocabili sulle intenzioni del governo: abbiamo ugualmente agito perché su di esso vi fosse un "cambio di verso", invano. Ecco perché ho ritenuto che non fosse fruttuoso, nelle settimane passate, presentare una interrogazione al governo per conoscerne le intenzioni su Q96: perché la risposta era nei fatti, sotto gli occhi di tutti. Anche nella fase di preparazione degli emendamenti alla Legge di Stabilità si è discusso dell'argomento, ma il governo ha confermato il blocco alla soluzione di Q96: presentare un emendamento avrebbe significato prefigurare il ripetersi di quanto accaduto nel dl Madia.” Insomma la Ghizzoni non sceglie, come abbiamo riferito in un nostro precedente articolo, di illudere i Quota 96 per l’ennesima volta. C’è una sola cosa che ritiene fondamentale: la sentenza di Salerno, “una sentenza che ha ridato speranza, perché conferma la bontà delle ragioni che portiamo avanti dal gennaio 2012. Una sentenza che non può essere ignorata: lo fu quella di Roma, dell'agosto del 2012, ma questa - che interviene su 42 ricorrenti - potrebbe rappresentare un tornante dell'intera vicenda. Nel merito, il governo dovrà esprimersi (e in questo caso, una interrogazione è invece utile e appropriata) perché non si può lasciare questa vicenda interamente nella mani dei tribunali.” Il governo Renzi non ha assolutamente intenzione di risolvere la tanto dibattuta faccenda dei Quota 96? Ed è davvero inutile presentare emendamenti su emendamenti? C’è qualcuno che, al proposito, sceglie di tacere. E di attendere fatti concreti. |