Studenti italiani bocciati in educazione finanziaria Alfabetizzazione finanziaria sotto la media Ocse e risultati bassi in lettura e matematica. Se ne parla a Torino. da La Stampa 19.11.2014
TORINO In un mondo dove parole come tasso, mutuo e spread sono di uso comune, diventa fondamentale familiarizzare il prima possibile con questi concetti attraverso l’uso dei molteplici strumenti didattici già disponibili nelle scuole italiane. Il 20 novembre, presso la sede di Banca Regionale, i principali enti impegnati nella diffusione dell’educazione finanziaria (Banca d’Italia, Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza), insieme con Giovanna Pentenero - Assessore Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro Regione Piemonte, Fabrizio Manca - Direttore Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte e Riccardo Barbarini, Direttore Generale di Banca Regionale Europea presentano al corpo docente i propri programmi nell’ambito del workshop “La cittadinanza economica nella cornice della Buona Scuola”. Questa iniziativa vuole facilitare l’inserimento di progetti di educazione finanziaria da parte delle scuole, in particolare quelle secondarie di secondo grado, in un percorso educativo organico e sinergico in vista della prossima rilevazione Ocse Pisa sulla financial literacy già programmata per il 2015. L’iniziativa di Torino risponde alle linee guida contenute nel documento “La buona scuola” del Governo Renzi che, nel capitolo 4 “Ripensare ciò che si impara a scuola”, colloca l’educazione economica, insieme alle lingue straniere e al coding, tra le nuove competenze indispensabili ai giovani, ricordando come “l’economia dovrebbe essere una disciplina accessibile agli studenti di tutte le scuole di secondo grado”.
Nel corso dell’incontro Carlo di Chiacchio, National Project Manager Ocse Pisa 2012 presenta i dati dell’indagine che nel 2012 ha coperto quasi 20 paesi e un campione di quasi trentamila quindicenni, da cui emerge come l’analfabetismo finanziario dei nostri ragazzi tocchi livelli preoccupanti, con oltre la metà degli studenti che si attestano su un livello di comprensione dei meccanismi economici e finanziari ben al di sotto della media dei paesi monitorati. La rilevazione dimostra come i giovani italiani abbiano scarsissime competenze e attitudini in questo ambito (l’Italia si colloca al 17° posto su 18 paesi partecipanti), ma come gli studenti piemontesi, con 481 punti rispetto alla media nazionale di 466, ottengano punteggi superiori a quelli degli altri studenti italiani. Giovanna Boggio Robutti e Laura Ranca della Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio introdurranno i contenuti e le novità per i diversi gradi scolastici del programma didattico “Economi@scuola”, il cui obiettivo principale è dare ai ragazzi un approccio valoriale all’uso consapevole del denaro. |