La corte di giustizia europea
si prepara a condannare l’Italia

Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 19.11.2014

Mancano le risorse, benchè una politica seria di lotta alla grande e lussuosa evasione non si voglia fare, e sulle poche risorse, tsse comprese, si fanno i conti.

Tuttavia le 150 mila assunzioni saranno spalmate su più anni, a copertura del turn over e, comunque, dei soli posti vacanti e disponibili. Il problema è, sostiene pure Italia Oggi, dove trovare i soldi. I luoghi più probabile sembrano essere: i tagliati agli esoneri dei collaboratori dei dirigenti, i comandi presso altre amministrazioni e gli esoneri presso le associazioni che si occupano della cura dei tossicodipendenti.

E poi: il blocco della contrattazione collettiva fino al 2018 e la cancellazione degli scatti di anzianità, i cosiddetti gradoni. Di conseguenza una stilettata contro, sia i precari e sia i docenti di ruolo, le cui retribuzioni già hanno perso circa il 10 per cento del potere di acquisto.

In ogni caso, occorre dire, il ciclone del precariato, coi 150 mila docenti sempre più giustamente infuriati, si è formato nel corso di un ventennio circa e di cui Renzi e questo governo non hanno colpa. Il fatto che stiano tentando di porvi rimedio, in un modo o nell’altro, anche su imperio della Corte di giustizia europea, non può essere giudicato del tutto negativamente.

Mancano le risorse, benchè una politica seria di lotta alla grande e lussuosa evasione non si voglia fare, e sulle poche risorse, tasse comprese, si fanno i conti.

In ogni caso Renzi non ci ha stupito, in compenso lo possiamo solo compatire.