Concorso scuola 2014, assunzioni, graduatorie, contratti, stipendi, precari:
novità settimana Governo Renzi, Ministro Giannini

Le novità questa settimana del mondo della scuola sia per gli insegnanti già in ruolo, i precari e quelli che lo vogliono diventare sia per gli studenti. Facciamo il punto della situazione con Governo Renzi e Ministro Giannini

di Lorenzo Pascucci, webmasterpoint 2.3.2014

Valorizzazione degli insegnanti e del loro ruolo: il nuovo premier Matteo Renzi e il nuovo ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, sembrano d’accordissimo sul nuovo piano scuola, per cui potrebbe arrivare una sorta di riforma. Renzi ha annunciato una sorta di piano di rinnovamento che dovrebbe partire innanzitutto da sistemi di messa in sicurezza dell’edilizia scolastica, passando dalla lotta all’abbandono scolastico, all’aumento in previsione per gli insegnanti.

La questione scuola sembra stare dunque molto a cuore al nuovo premier che nelle sue idee di rinnovamento viene ben sostenuto dal nuovo ministro Giannini. Sulla necessità di aumentare gli stipendi agli insegnanti italiani, i meno pagati d’Europa, del resto, la Giannini ha detto: “Sarebbe un bel passo equiparare gli stipendi degli insegnanti italiani agli stipendi medi europei. La sfida vera è pensare e praticare contratti che considerino gli insegnanti una figura fondamentale nella società e non solo nella scuola”.

Un insegnante di scuola dell’infanzia e primaria guadagna in Italia, per i primi 8 anni di insegnamento, 1774 euro lordi al mese. Gli scatti di anzianità, che sono l’unica progressione che permette un aumento di stipendio del docente, lo porteranno a guadagnare 2615 euro solo dopo 35 anni. Il docente diplomato degli istituti secondari di II grado, parte sempre da 1774 euro e arriva a 2690 al massimo della carriera; un docente di scuola media parte da 1911 euro lordi al mese per guadagnarne 2870 ma solo al culmine della professione, mentre un professore di istituto secondario di II grado, che ha in più una laurea alle spalle, parte sempre con una busta paga simile, da 1911 euro al mese, per giungere ai 3000 dopo i 35 anni. Facendo un confronto con gli altri Paesi, per gli insegnanti con più anni di esperienza, la differenza con gli altri Paesi Ocse è maggiore e dopo 15 anni di carriera, gli insegnanti italiani della scuola secondaria superiore possono sperare di guadagnare poco meno di 37mila dollari lordi all’anno, a fronte dei 41 mila della media dei Paesi sviluppati.

Secondo il neo ministro, serve la “revisione di un contratto mortificante, non solo perchè è pagato poco, ma anche perché non ha meccanismi premiali, che valorizzino quella larga fascia di docenti che si impegnano e si aggiornano”. E per premiare gli insegnanti meritevoli, secondo il ministro, le parole chiave sono “autonomia e più valutazione. Si dia autonomia e responsabilità agli istituiti e si premi chi fa un lavoro straordinario, rimasto in ombra.

Gli studenti sanno chi hanno davanti e distinguono rapidamente i docenti che lavorano con professionalità e chi lo fa in maniera più stanca”. E se non promuove il concorsone della scuola già fatto dall’ex ministro Profumo, troppo caotico in realtà, appoggia invece il ritorno del bonus maturità, istituito e abolito lo scorso anno. Secondo la Giannini “Non era il bonus in sé, ma il fatto di aver cambiato le regole in corso, a creare problemi. Che la carriera scolastica conti per me è importante, lo studente non deve andare all’università vergine, ignorando tutto quello che ha fatto prima, che abbia un peso bisogna valutarlo insieme a tutte le altre componenti che gli vengono richieste. Una cosa è che faccia un test, o un colloquio o una prova a risposta a multiple, però il voto di maturità non è altro che la sintesi che uno ha fatto nei precedenti anni di carriera scolastica, quindi deve esserci”. Tutto pronto dunque ad una ‘riforma’ della scuola? Le idee ci sono.