Precari, Ministro: Nessuna stabilizzazione in vista, di Antonio Guerrero, Professionisti Scuola 24.3.2014 A pochi giorni dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea e proprio mentre inizia oggi alla Camera la discussione generale sulla mozione presentata dal M5S riguardante la stabilizzazione dei precari della scuola, in una intervista telefonica in diretta su Mattino 5, il ministro esclude che ci sia una stabilizzazione in vista per i 170 mila precari. Lo ha riferito il ministro dell' istruzione, Stefania Giannini, secondo la quale va avviato uno «smaltimento» graduale e poi «tornare a un normale reclutamento». AVVIO CANTIERI IN 10 MILA EDIFICI. Il ministro, intervistato dalla Telefonata su Canale5, ha anche ribadito l'impegno per l'edilizia scolastica confermando entro giugno 2014 l'avvio dei cantieri in 10 mila edifici così da essere pronti per l'inizio del prossimo anno scolastico. 170 MILA PRECARI IN ATTESA. Giannini ha precisato che sono «circa 170 mila oggi i precari di varie tipologie, che hanno ancora bisogno di una soluzione, per i quali non è però prevista la «strada della stabilizzazione» come pacchetto totale. Occorre invece fare «in modo di smaltire questa piaga tutta italiana e avviare un reclutamento che non sia a singhiozzo e consenta a tutti i giovani che vogliono fare questo lavoro di farlo se hanno titoli e meriti». TAMPONARE L'EMERGENZA. Per il ministro i 51 miliardi che il settore spende in stipendi «sono pochi se si considerano i 270 miliardi per le pensioni se facciamo una proporzione con il debito sul passato. Oltre alla quantità», ha osservato, «è importante avere la certezza, si è lavorato al giorno cercando di tamponare l'emergenza». Negli interventi sulla scuola, per Giannini, «bisogna andare oltre i muri, occuparsi di chi sta dentro le classi, dalla scuola dell'infanzia all'università». NESSUNA RIFORMA IN VISTA. Non è prevista tuttavia alcuna riforma: «Non c'è bisogno di toccare un'architettura di norme già complessa. I criteri sono due: semplificare al massimo a livello di regolamenti e poi la parola chiave è programmazione possibile, avere la certezza di quello che è sia in termini di risorse e obiettivi, almeno nel triennio». PROBLEMA DELLA SCUOLA MEDIA. Sulla dispersione scolastica, il ministro ha distinto fra l'università, nella quale va migliorato l'orientamento perché «spesso la facoltà viene scelta come scommessa familiare o con scarsa conoscenza del corso di studio», e la scuola media inferiore e superiore dove «il problema è più complesso e ha a che fare con la dimensione dell'educazione. Lì bisogna lavorare non solo nelle aule ma fuori, nella società valutando quello che le famiglie non riescono a fare e la scuola non riesce a dare. Si tratta di un discorso molto più complesso», ha concluso Giannini. |