Corte dei Conti e GdF indagano a Perugia
su progetti dell’ex-rettore Stefania Giannini

 Tuttoscuola, 19.3.2014

A seguito della denuncia del presidente del collegio dei revisori dei conti dell’Università per gli stranieri di Perugia, Antonio Buccarelli, la Guardia di Finanza ha posto sotto esame la documentazione di taluni progetti dell’Ateneo quando l’attuale ministro dell’istruzione Giannini ne era rettore, mentre nel contempo i magistrati della Corte dei conti dell’Umbria ascoltano dipendenti e personale amministrativo per acquisire elementi utili alle indagini contabili su un presunto danno erariale per la gestione di quei progetti.

Qual è il è presunto danno erariale? Cinquecentoventicinquemila euro.

Nel documento presentato dal presidente del collegio dei revisori dei conti dell’università – come riferisce il Tempo - è scritto che «non è chiaro quale sia il ruolo dell’Ateneo nell’iniziativa (prospettata al Consiglio di amministrazione come soluzione all’impasse venutasi a determinare) di creare un’Alta Scuola di cucina di cui all’intesa del 13 gennaio 2013 di regione, Provincia e Comune, né e chi, e con quale autorizzazione, abbia sottoscritto detta intesa e quale esito abbia avuto». E ancora: «In ogni caso, anche sul punto, non sono state minimamente rispettate e adempiute le deleghe conferite dal Consiglio di amministrazione in ordine ai pareri da acquisire e al progetto Scuola di cucina da attuare».

E per il presidente dei revisori, «la locazione e la sublocazione dei locali, che da sole non spiegano perché l’Università si sia pedestremente avventurata nella descritta operazione commerciale, ogni altra finalità comunque manifestata, risulta vaga, generica, superficiale e velleitaria.

L’aggiudicazione al Circo del Gusto avviene, peraltro, in un contesto viziato da clamoroso conflitto di interessi. Analoghe inerzie e negligenze caratterizzano la gestione dei due contratti e la loro esecuzione, tant’è che non risulta essere stata compiuta alcuna attività concreta volta al conseguimento degli interessi pubblici incarnati dall’Ateneo».

Sulla faccenda è intervenuta la stessa Giannini: "Si parla di spese pazze ma in effetti si tratta di mancate entrate nelle casse universitarie per un progetto fallito di affittuari. Si tratta di soldi non ricevuti a causa di un mancato affitto".