Graduatorie fuori controllo di Pippo Frisone, ScuolaOggi 19.5.2014 Questa proprio ci mancava!. Un Ministro che forza i Regolamenti e pubblica comunque un decreto che modifica retroattivamente le tabelle e i punteggi delle graduatorie d’istituto. Sì, perché le modifiche riguardano i titoli culturali e le abilitazioni conseguiti in passato da far valere fino al 2014. I punteggi diventano più pesanti secondo la durata del corso abilitante e della selettività: Così si va dai 42 punti riconosciuti ai TFA ( 12 punti per la durata annuale del corso e 30 per la selettività), ai 54 punti delle abilitazioni conseguite nelle SSIS e Cobaslid (24 punti per la durata biennale e 30 per la selettività), dai 60 punti alla laurea abilitante quadriennale in scienze della formazione primaria (48 punti per la durata quadriennale e 12 per la selettività), ai 66 punti ai diplomi accademici di 2 livello e un anno di TFA (36 punti per la durata triennale e 30 per la selettività) , per finire ai 72 punti alla laurea quinquennale abilitante in scienze della formazione primaria (60 punti per la durata quinquennale e 12 per la selettività) Tutti i Sindacati della Scuola hanno protestato prima per il metodo e poi per il merito , prima diffidando la Ministra poi impugnando il decreto perché ritenuto illegittimo e viziato da manifesta illogicità. Il riconoscimento del merito, diventa così una variabile impazzita che rischia di scatenare una lotta tra poveri. Il merito non ha mai avuto vita facile sin da quando l’unico merito, tradotto in punteggio nelle graduatorie di supplenza, era dato dal superamento di un concorso ordinario per titoli ed esami. Sono stati così rari i concorsi, in media uno ogni dieci anni, che passavano quasi inosservati in graduatorie dove l’anzianità di servizio faceva la parte del leone nei punteggi. Del resto bastavano in due anni e mezzo 15 mesi di servizio, a 2 punti al mese, per racimolare l’equivalente dei 30 punti del concorso. In vent’anni di sanatorie, il merito non ha mai goduto di buona fama. Dalla L.124/99 alla legge 306/00, dalla legge 143/04 ai PAS/13 è stato un susseguirsi di corsi abilitanti speciali o riservati per quanti avessero svolto servizio, di solito, per non meno di 360gg. Col riconoscimento da parte del Consiglio di Stato del valore abilitante del diploma magistrale conseguito entro il 2001/02, si è reso necessario operare una differenziazione tra i diversi titoli abilitanti che danno accesso alla seconda fascia nelle graduatorie d’istituto. Ma la differenziazione, secondo i sindacati è andata oltre ogni ragionevolezza, creando nuove discriminazioni e disparità di trattamento tra precari vecchi e nuovi . Qualcosa di analogo era già avvenuto nelle graduatorie permenenti con gli abilitati Sissini. Adesso si ripete nelle graduatorie d’istituto. Ma è tutto il sistema del reclutamento a far acqua da ogni parte e ad alimentare un contenzioso infinito. Il rischio più grosso, arrivati a questo punto, è quello di gettare il bambino con l’acqua sporca (graduatorie). Qualcuno, con la scusa del merito, rispolvera la chiamata diretta da parte delle scuole, come avviene già da tempo nelle scuole non statali. L’Italia non è la Finlandia è vero ma a quel modello prima o poi bisognerà guardare se è vero che da anni e ai primissimi posti al modo nei risultati scolastici secondo l’OCSE . Il segreto della scuola Finlandese? Una selezione durissima nella formazione dei docenti e un riconoscimento sociale elevatissimo che attrae gli studenti più brillanti . E inoltre, un sistema scolastico completamente finanziato dallo Stato e gratuito sino all’università. Si inizia a sette anni in classi che mediamente non superano i 20 alunni per classe. Proprio tutto l’opposto di quanto succede in Italia. E’ ora di cambiare verso alla scuola, prima che sia troppo tardi, partendo, perché no ? dal reclutamento , evitando i colpi di mano che la spingono verso una strisciante privatizzazione.
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